Harvard, Trump blocca l’iscrizione di studenti stranieri, l’università gli fa causa. Quando l’ideologia MAGA demolisce i valori americani

Appena ricevuto dall’Home Security il divieto di accettare studenti stranieri, che costituiscono quasi il trenta per cento della popolazione universitaria, l’università di Harvard ha denunciato l’Amministrazione del Presidente Donald Trump, sostenendo che un tale ordine significa colpire l’esistenza stessa della più prestigiosa università del mondo. Il Presidente della Harvard University, Alan M. Garber, ha scritto: “Condanniamo questa azione tanto illegale quanto ingiustificata che mette in pericolo il futuro di migliaia di studenti di Harvard e di tutte le università americane”.

Contro gli studenti stranieri

L’America è sotto shock, l’Europa è sotto shock e lo è l’intera comunità di ricercatori, scienziati, scrittori, ingegneri, medici, poeti e musicisti americani e del mondo. Trump forse non si rende conto di quanto stia diventando sia odioso che incomprensibile attaccando l’ateneo più antico degli stessi Stati Uniti. Nella sua furia di espellere e rendere la vita difficile a tutti gli stranieri che si trovano sul suolo americano, da un mese aveva annunciato di togliere all’università di Harvard il permesso di accettare iscrizioni di studenti stranieri. Un sistema che ha sempre perfettamente funzionato arricchendo gli Stati Uniti del valore aggiunto incalcolabile. Da destra e da sinistra questo gesto è considerato oltraggioso persino nel mondo arabo filoamericano. Inoltre, costituisce una frattura con il mondo ebraico americano e con Israele, che teme una seconda ondata di antisemitismo generato proprio dal preteso antisemitismo dell’amministrazione Trump.

Il New York times raccoglie le reazioni degli studenti stranieri e cita Genia Lukin, PhD nel dipartimento delle scienze psicologiche che riassume l’allarme degli studenti israeliani: “Non è certo un modo di aiutarci quello di far finta di combattere l’antisemitismo provocando nuovo accanimento contro gli ebrei come è accaduto a me e a tanti altri”. L’idea di colpire al cuore le università, trattate come centrali di eversione, è venuta quando Hamas portò centinaia di migliaia di studenti pro-Palestina in America e in tutto il mondo ad attaccare tutto ciò che fosse ebreo. Così facendo, trasformarono il conflitto in Medio Oriente in un conflitto razziale, cosa che ha indignato la comunità ebraica statunitense.

La caccia alle streghe

Di fronte alle devastazioni e alle oscene scritte contro gli ebrei, insorsero i “donors”, l’élite ebraica che, con le sue donazioni, sostiene cultura e ricerca negli Stati Uniti. Il trauma e l’inerzia dell’amministrazione Biden diventarono temi della campagna elettorale di Trump, il cui filo ebraismo apparve opportunista e alimentato da rancore contro gli intellettuali americani, rievocando i tempi della “caccia alle streghe” del senatore McCarthy, che vedeva comunisti ovunque all’inizio della guerra fredda. Oggi si è capovolta la situazione e Trump è vissuto come un agente filo putiniano, impegnato nella demolizione dei valori americani attraverso l’ideologia MAGA.

Meloni dovrebbe dare un segnale

La Francia ha colto l’occasione per invitare nelle università francesi più prestigiose tutti i ricercatori americani che non si sentono a loro agio in un Paese quasi irriconoscibile. L’Italia di Giorgia Meloni avrebbe l’opportunità di fare altrettanto anche per mandare un segnale di non gradimento verso atteggiamenti che, senza essere né di destra né di sinistra, offendono tutte le teste pensanti. Pesa naturalmente il pregiudizio trumpiano, secondo cui la grande comunità universitaria mondiale, in particolare americana, sarebbe di sinistra e quindi da azzerare con una politica cingolata simile a quella del mondo russo. Prima che il decreto diventasse ufficiale, si sono riuniti tutti i membri dello staff universitario alla Kennedy School government per festeggiare gli ultimi laureati sopravvissuti a mesi di caos. È la seconda volta in cui Harvard fa causa alla Casa Bianca che, con un colpo di penna, tenta di amputare il corpo stesso dell’università. Nel documento con cui Harvard si rivolge alla giustizia si dice che, senza i suoi studenti internazionali, Harvard non sarebbe più “la stessa Harvard”. L’amministrazione replica accusando l’università di non aver ottemperato a una richiesta governativa del 16 Aprile scorso, che chiedeva l’immediata consegna dei documenti disciplinari riguardanti gli studenti stranieri.