La pandemia non ha lasciato immune nemmeno il sedicente Stato Islamico. Nell’ultimo numero della news letter Al NAba, l’organizzazione fornisce una lista di direttive della Sharia per affrontare l’epidemia. A guardarlo sembra uno dei tanti volantini diffusi da tutti i governi con le raccomandazioni e le misure da adottare per il contagio. In basso c’è il logo-firma dell’Isis. Le misure sono le stesse adottate da tutti i paesi ma l’Isis le fa discendere dai profeti.

A ogni “consiglio” corrispende la citazioni da uno dei profeti. Il testo, tradotto dal ricercatore britannico Aymenn Jawad Al-Tamimi sul suo blog si apre ricordando che per il Profeta è un obbligo proteggersi dalle malattie e quindi anche difendersi dal contagio diventa una legge coranica. “L’obbligo alla fede nel fatto che le malattie non insorgono da sole ma per il volere di Dio”, c’è scritto. L’epidemia dunque non colpisce a caso e i fedeli devono ricorre alla fede in Dio. “Il consiglio di avere fede in Dio e cercare rifugio in lui dalle malattie”.

Poi si passa ai suggerimenti pratici, uguali a quelli di tutte le organizzazioni sanitarie del mondo. “Obbligo di proteggersi dalle malattie ed evitarle. Il consiglio che i sani non entrino nella terra dell’epidemia e che gli infetti non escano da essa. Il consiglio di coprire la bocca quando starnutisci o sbadigli. Il consiglio di coprire i recipienti e coprire bene la pelle. Il consiglio di lavare le mani tre volte prima di mangiare”. Imperativi divini, tratti dalle più antiche letture del Corano e quindi parte della Sharia che lo Stato Islamico impone con forza di rispettare per arginare il contagio.

Avatar photo