Il giallo della morte di Michele Merlo: il cantante di Amici poteva esser salvato?

Michele Merlo di Amici

Il giallo sulla morte di Michele Merlo, il cantante scoperto dal talent Amici morto in circostanze ancora poco chiare in seguito a una leucemia fulminante, continua a tenere banco. A parlarne, stavolta è il docente all’Accademia della Guardia di Finanza e spesso ospite di alcuni programmi della Rai in veste di consulente giuridico, l’avvocato penalista Piergiorgio Assumma, che spiega quale sarà l’evoluzione normativa della responsabilità medica: “Dopo la morte di Michele Merlo, in arte Mike Bird, i genitori affermano che lo stesso sia stato rimandato a casa, in quanto i suoi sintomi erano stati interpretati come una banale forma influenzale. Sussiste a questo punto la responsabilità medica dei sanitari? La prudenza è sempre d’obbligo, nonostante sia chiara e comprensibile la rabbia dei genitori.

RESPONSABILITA’ MEDICA?
Per rispondere a questo quesito bisogna analizzare l’evoluzione normativa della responsabilità medica, alla luce della legge di riforma n. 24 dell’8 marzo 2017, c.d. legge Gelli-Bianco. La nuova riforma ha escluso la responsabilità penale dei sanitari per imperizia, quando si dimostri che gli stessi hanno trattato il caso, attenendosi e rispettando le raccomandazioni previste dalle linee guida pubblicate e condivise dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) o che gli stessi sanitari si siano attenuti alla buona prassi assistenziale e clinica. La norma, quindi, si orienta, alternativamente, su entrambe; pertanto o le linee guida o, in assenza di esse, sulla buona prassi ospedaliera e clinica.

NESSO CAUSALE
Il punto nodale dell’accertamento, dell’eventuale responsabilità, risiede nel nesso causale. L’individuazione cioè di un determinato legame eziologico tra la morte del giovane cantante e l’errore (valutativo che ha portato alla dimissione ospedaliera, dovuta all’aver sottostimato la sintomatologia) commesso dai sanitari, tale da dimostrare che la morte è direttamente connessa all’errore di valutazione. Ricordando che l’errore del medico si può determinare in tre fasi diverse; nella fase diagnostica (cioè quella del caso di Michele), in quella prognostica e infine in quella terapeutica. Importante sarà per i familiari far stabilire, tramite una perizia medico legale, insieme, ovviamente, a tutte le altre prove che si determineranno, se vi è e sussiste il nesso causale tra l’errore le morte. Probabilmente, il primo passo, da parte della Procura, sarà quello di sequestrare tutta la documentazione medico-sanitaria che è stata redatta in sede di dimissione”.