La morte di Francesco Pantaleo, studente universitario di 23 anni originario di Marsala, continua ad essere avvolta nel mistero. Il suo corpo è stato trovato carbonizzato lo scorso 25 luglio nelle campagne di San Giuliano Terme nell’hinterland di Pisa. Era scomparso nel nulla otto giorni prima. Ora la Procura di Pisa ha aperto un’inchiesta per istigazione al suicidio e ha disposto l’esame autoptico che già in giornata dovrebbe iniziare.

Solo così si potrà avere qualche informazione in più su quella drammatica fine. Indagini saranno fatte anche sul web e sui dispositivi elettronici del ragazzo e saranno disposte anche perizie sul terreno dove è stato trovato il cadavere carbonizzato.

Il mistero dei files cancellati

Francesco, che aveva mentito alla sua famiglia sulla data di laurea prevista lo scorso luglio, aveva rimosso dal suo Pc tutti i files. Stessa cosa anche dal suo smartphone, che aveva lasciato a casa prima di uscire di casa insieme a portafogli e occhiali nonostante la sua grave miopia. Occhi puntati su un particolare: Francesco giocava spesso a un videogioco di combattimento online, uno di quelli in diretta con la possibilità di interagire via chat con gli avversari. Anche questo è stato rimosso dal computer da Francesco.

Al setaccio anche le telecamere di videosorveglianza

Gli investigatori stanno mettendo insieme anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona sia pubbliche sia private per cercare ogni piccolo dettaglio che possa aiutarli a ricostruire le ultime ore del ragazzo. Le prime immagini lo ritraggono mentre cammina solo per qui cinque chilometri che da casa lo hanno condotto in quella zona isolata della campagne di San Giuliano terme. Ma non chiariscono come e perché lui si sia recato lì. Sotto sequestro anche la camera del ragazzo dove la Scientifica sta cercando tracce di violenza o colluttazione. Intanto la famiglia di Francesco si è trincerata nel silenzio così come i suoi coinquilini ancora sotto choc per quella triste vicenda su cui ancora c’è molto buio.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.