Solidarietà a Israele e al suo popolo. Tentativi complicati di favorire una de-escalation, grazie ai contatti con alcuni paesi arabi che potrebbero svolgere il ruolo di mediatori tra Hamas e lo Stato Ebraico. La maggioranza è compatta sul sostegno senza se e senza ma al governo israeliano, mentre l’esecutivo prova a impegnarsi sul fronte della diplomazia. Il timore di Roma è un allargamento del conflitto in Medio Oriente. Preoccupa, in particolare, il fronte tra il nord di Israele e il sud del Libano, dove sono attivi i fondamentalisti di Hezbollah, vicinissimi all’Iran.
Dopo il colloquio di domenica con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, la premier Giorgia Meloni telefona al capo del governo libanese Najib Mikati. Fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che Meloni, nel corso della conversazione, “ha riaffermato la volontà dell’Italia di continuare a contribuire alla sicurezza e alla stabilità del Libano in questo delicato frangente”. Al centro del colloquio gli ultimi sviluppi del conflitto tra Israele e Hamas. Con la presidente del Consiglio che “ha auspicato un rapido decremento del conflitto, evitando un allargamento che avrebbe conseguenze incalcolabili per tutta l’area”. In mattinata Meloni interviene di nuovo, inviando un messaggio in occasione del quarantunesimo anniversario dell’attentato alla sinagoga di Roma, dove perse la vita un bambino di soli due anni: Stefano Gaj Taché. “Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane. Il terrore non prevarrà mai”, dichiara la premier.
Domani sarà a Il Cairo, in Egitto, il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che domenica ha avuto conversazioni telefoniche con i ministri degli esteri egiziano e della Giordania. L’obiettivo, non facile, è quello di “spingere i Paesi arabi e musulmani a lavorare per una de-escalation”. “Bene la dichiarazione degli Emirati Arabi Uniti che invitano Hamas a cessare gli attacchi contro Israele, speriamo prevalga il buon senso”, continua ancora Tajani. Che poi offre una sua lettura sui motivi dietro l’attacco di Hamas contro Israele: “La situazione è molto chiara, due popoli, due Stati. Abbiamo sempre lavorato per questo obiettivo: mi sembra che questo attacco di Hamas serva ad allontanare la trattativa di pace e gli accordi di Abramo tra Israele e Paesi arabi per una distensione dell’area”. Tajani rassicura sulla sorte degli italiani che si trovano in Israele e annuncia voli della compagnia israeliana El Al per riportare in Italia i nostri concittadini. Poi ribadisce la condanna di quanto è avvenuto sabato nel sud di Israele: “Nessuno può pensare di cancellare Israele dalla carta geografica. Questo è stato un attacco proditorio e vile, i ragazzi partecipavano a un rave, donne violentate, cadaveri dei militari anche oltraggiati, abbiamo visto cose che non si vedono da secoli e questo è assolutamente inaccettabile”. Quindi la presa d’atto della difficoltà di intraprendere un’azione diplomatica: “Hamas non vuole nessun tipo di dialogo”.
Il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini continua sui social ad esprimere la sua solidarietà a Israele. Pubblica un collage di foto di alcune delle vittime degli attacchi di sabato al rave party nel deserto israeliano e scrive: “Ragazzi che volevano divertirsi, sorridere, amare, vivere in pace. Ragazzi che sono stati uccisi, feriti o rapiti da maledetti terroristi islamici. Mai arrendersi al terrore e alla violenza, mai”. Salvini interviene anche sui cori anti-israeliani intonati su Instagram da alcuni studenti del Liceo Manzoni di Milano, lo stesso frequentato dal leghista alla fine degli anni ’80. Mentre il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara annuncia il pugno duro con ispezioni nelle scuole in cui si inneggia ad Hamas e in cui si registrano comportamenti antisemiti, Salvini propone “sospensione, chiusura delle pagine social e lavori socialmente utili” per i protagonisti di questi episodi.
