Il mistero di Lola Daviet, chi ha ucciso e messo in un baule la 12enne torturata di Parigi?

Nella combo postata sul profilo Facebook di Delphine Daviet, mamma di Lola, trovata assassinata in un baule alla periferia di Parigi, una foto della bambna uccisa, Parigi, 16 ottobre 2022. FACEBOOK DELPHINE DAVIET +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ (NPK)

Potrebbe esserci solo la follia dietro la morte di Lola Daviet, 12enne torturata, stuprata e rinchiusa in un baule lasciato nella coorte interna del condominio dove abitava nella periferia di Parigi. Un caso agghiacciante che ha scosso non solo la Francia e che gli investigatori cercano di ricostruire nella sua assurdità. L’inchiesta è aperta per “uccisione e stupro con atti di tortura e barbarie su minore di 15 anni”. Attualmente la principale indiziata è una senza tetto di origine algerina, Dahbia, 24 anni e con problemi psichiatrici. È stata arrestata sabato mattina. Tra gli indagati la sorella Friha B., Amine K. e Rachid N. di età comprese tra i 26 e i 43 anni.

La pista privilegiata dagli investigatori per il momento è l’atto insensato senza altro movente se non la follia. All’inizio gli investigatori avevano iniziato a seguire la pista del traffico di organi suggerita dalla stessa indagata parlando con un testimone ma questo non corrisponderebbe alla realtà. Resta certa la crudeltà con cui è stata brutalizzata la piccola 12enne appena uscita da scuola che non ha mai più fatto ritorno a casa.

Lola Daviet, studentessa della scuola media, è stata ritrovata alle 23 e 20 di venerdì sera rinchiusa in un baule nella corte interna del condominio dove abitava con i genitori e il fratello, in un quartiere popolare e tranquillo del XIX arrondissement di Parigi, nel Nord-est della capitale, vicino al parco delle Buttes Chaumont. Aveva profonde ferite alla gola, mani e gambe legate, scotch sul viso, e i numeri 1 e 0 appoggiati sulle gambe.

La ragazzina era andata normalmente a scuola. Alle 15 era uscita ed è stata vista per l’ultima volta viva alle 15.20 di venerdì nell’androne del suo palazzo. Fori scuola c’era la sua presunta assassina che le faceva segno di seguirla. Le telecamere di videosorveglianza hanno catturato la scena: Lola appariva “titubante e impaurita”, secondo una vicina di casa che ha visto il filmato. Dopo essere entrata nel portone Lola non è mai arrivata a casa. Cosa è successo? Dahbia B. l’ha avvicinata durante il brevissimo cammino da scuola a casa? Si conoscevano da prima? I genitori hanno dato immediatamente l’allarme quando hanno visto che la bambina non era arrivata in casa, il padre, custode in un palazzo vicino, ha verificato subito la videocamera e la madre si è precipitata dalla polizia. Le ricerche sono scattate subito, eppure i testimoni hanno raccontato di avere visto Dahbia B. restare a lungo davanti al condominio.

“Ho visto questa donna dall’aspetto disturbato, ho notato che era senza scarpe, camminava per strada in calzini – ha detto una vicina di casa come riportato dal Corriere -. Poi a un certo punto si è messa a correre tenendo il telefonino in mano e gridando ‘L’ha fatto! L’ha fatto!’”. Un altro testimone ha raccontato che Dahbia B. gli ha offerto molti soldi, “parlava di traffico di organi, e mi ha chiesto di aiutarla a trasportare il grosso baule di plastica”. Poi ci sono le testimonianze di quanti erano in strada quando la donna ha trasportato il baule sporco di sangue con all’interno il corpo martoriato della ragazzina. “A un certo punto lei lo ha abbandonato davanti al caffè, è andata a comprarsi un croissant alla panetteria davanti, poi è tornata, faceva avanti e indietro, aveva l’aria confusa, era truccata dappertutto sul volto”, continua il racconto di un altro testimone.

Alla fine Dahbia B. è riuscita a caricare su un’auto il baule che è stato ritrovato, alle 23 e 20, nella corte interna del condominio, segnalato da un clochard che è tra i fermati. Nella notte la polizia ha controllato le videocamere di Parigi, ha seguito il tragitto dell’auto e l’ha trovata a Bois-Colombes, nella periferia Ovest della città, dove ha trovato Dahbia B. nella casa di un amico, anche lui arrestato.

Una vicenda agghiacciante che ha colpito il cuore dei francesi. Nel giro di poche ore sono partite le polemiche. Sui social molti hanno accusato il governo di non avere reagito subito. Il ministro dell’Interno, Gerard Darmanin, in particolare è stato criticato per avere pubblicato un tweet su tutt’altro argomento, consigliando una pièce teatrale al teatro Antoine di Parigi, invece di esprimersi sull’atroce delitto della ragazzina. Il governo ha reagito, tornando in sintonia con la grande emozione nel Paese. Il ministro dell’Istruzione, Pap Ndiaye, ha fatto visita alla scuola media George Brassens dove Lola studiava, incontrando compagni e insegnanti sotto choc. La première dame Brigitte Macron, nel corso di una visita già programmata in un’altra scuola, ha parlato di una dramma “intollerabile” e ”abominevole”: “Siamo a fianco degli allievi, degli insegnanti e naturalmente delle famiglie. Non dovrà accadere mai più”.