Inchiesta Open, Nordio avvia procedimento disciplinare contro i pm di Firenze che hanno indagato Renzi: “Sequestro di materiale illegittimo”

Sequestri di materiale dichiarati illegittimi dalla Cassazione, ma ugualmente conservati e di cui copia sarebbe invece stata addirittura inviata al Copasir, e altre gravi violazioni di legge, oltre che comportamenti scorretti tenuti nei confronti degli indagati e dei loro difensori. Sarebbe questa la portata dell’illecito disciplinare che il Ministero della Giustizia chiede sia contestato ai due pm di Firenze, Luca Turco e Antonino Nastasi, rispettivamente procuratore aggiunto e suo sostituto, e soggetti a una ispezione ministeriale disposta dal Guardasigilli Carlo Nordio, presso la procura del capoluogo toscano. Sono i due pubblici ministeri che seguono la vicenda Open a carico di Matteo Renzi. Gli stessi a cui difesa, solo qualche mese fa, si era strappata i capelli l’Anm che, saputo dell’ispezione ministeriale disposta da Nordio, aveva gridato all’appiattimento del ministro sulle richieste di Renzi, quando i pm avrebbero solo “lavorato nel silenzioso adempimento dei loro doveri d’ufficio”.

Un’inchiesta, quella su Open, fondazione cui i pm volevano a ogni costo attribuire caratura di articolazione di partito, nella quale la condotta processuale dei magistrati ha incassato diversi stop dalla Cassazione ed è stata oggetto di disputa nelle aule del Senato e oltre. Il ministero di Carlo Nordio contesta tre illeciti a Turco e uno a Nastasi (entrambi protagonisti non richiesti, come spesso capita a qualche pm un pò troppo protagonista, di una tenzone giudiziario-politica con Matteo Renzi e Marco Carrai, indagato con l’ex premier e autore dei ricorsi in Cassazione che hanno bocciato le iniziative dei pm fiorentini), e lo fa dopo aver vagliato il materiale dagli stessi depositato a supporto della chiusura indagini su Open.

Parliamo di quasi 100mila pagine. Dentro, persino un’informativa della Guardia di Finanza contenente copia dell’estratto conto di Matteo Renzi (evviva la privacy italiana) che secondo la Cassazione (che il 18 febbraio 2022 aveva comunicato ai pm l’annullamento senza rinvio del sequestro) andava distrutto, e invece sarebbe stato inviato al Copasir dopo, e contro, la decisione della Cassazione (l’8 marzo). Corollario logico obbligatorio: i pm se ne sono fregati di quanto indicatogli dalla Cassazione. Non il massimo, per chi dovrebbe seguire a menadito il principio di legalità. Una affermazione, questa, che in altri termini, più formali (viene definita “grave violazione di legge figlia di inescusabile negligenza”), è messa nero su bianco nella lettera che dal Ministero di via Arenula viaggia verso la Cassazione, destinazione Procuratore. Ma non basta. Scrive Nordio nella sua missiva diretta alla Cassazione, che il pm Turco avrebbe fatto spallucce per un intero anno dopo che il Copasir gli aveva sostanzialmente chiesto di fargli sapere se le conferenze tenute da Renzi in Arabia potessero, secondo il materiale d’inchiesta raccolto dalla Procura di Firenze, costituire tentativo della nazione araba di influenzare la politica italiana.

Nessuna risposta, per un anno. Finché a marzo 2022, (20 giorni dopo che la Cassazione aveva di fatto detto loro di buttare il materiale sequestrato), lo stesso pm non si sveglia, e invia al Copasir copia forense di atti che riguardano Renzi e evidenze informatiche che riguardano Carrai. Il che costituisce, secondo il Ministero stesso, un’altra “grave violazione di legge da negligenza inescusabile” perché la provenienza è stata dichiarata illegittima dalla Cassazione. Non contenti, i pm depositano lo stesso materiale, ad aprile, quindi un mese e mezzo dopo la pronuncia in questione, al Giudice dell’Udienza Preliminare. L’abc del frutto dell’albero avvelenato, insomma, ai pm di Firenze interessa meno di zero. Ora vedremo che ne sarà del loro procedimento disciplinare.