«Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini», scriveva lo storico arabo Ibn Battuta. Oggi, a distanza di secoli, sono i viaggiatori a riconoscere – e a premiare – il valore dell’Italia. Nel 2024, i turisti internazionali hanno speso nel nostro Paese quasi 21 miliardi di euro attraverso pagamenti digitali, trasformando il turismo incoming in un motore economico che funziona tutto l’anno, non solo d’estate.

Italia, i turisti aumentano e spendono sempre di più:

Lo certifica il rapporto Tourism and Incoming Watch, realizzato da Nexi in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale del Turismo. Una ricerca basata sull’analisi delle transazioni sui principali circuiti internazionali di oltre 140 milioni di carte emesse all’estero, che fotografa in modo dettagliato gli effetti economici dei flussi turistici internazionali sul territorio. Nel biennio 2022-2024, la spesa è cresciuta del 37,9%, portando il turismo incoming a rappresentare il 5,8% di tutte le transazioni digitali effettuate in Italia. Una quota che, in città come Venezia, Siena e La Spezia, supera abbondantemente il 15%, evidenziando un impatto strutturale sull’economia locale.

La spesa dei turisti del Medio Oriente

Ma i dati raccontano anche un altro fenomeno in corso: la progressiva destagionalizzazione. A Milano, Monza e Torino, l’indice di stagionalità della spesa si è ridotto di oltre il 40%. I flussi si distribuiscono sempre più lungo l’arco dell’anno, trainati da city break, eventi, itinerari complessi e business travel. E se Roma da sola vale quasi 3,6 miliardi, il classico circuito Roma–Firenze–Venezia ha visto crescere la spesa turistica del 69% in due anni. In forte aumento anche i percorsi lungo il Sud Italia, come il tragitto Roma–Napoli–Pompei–Costiera Amalfitana (+31%). Accanto alla quantità, cambia anche la qualità della spesa. I cinque mercati storici – Germania, Francia, Regno Unito, Svizzera e Paesi Bassi – generano oltre metà del valore totale. Ma a spendere di più sono i turisti del Medio Oriente, con scontrini medi sopra i 900 euro a carta per Arabia Saudita e Emirati Arabi, contro una media globale di 411 euro. Crescono anche i flussi da Sudamerica e Oceania: +155% dal Brasile, +100% dall’Australia.

Ristorazione e ospitalità rappresentano il 49,6% delle spese a destinazione, mentre il comparto moda e accessori raggiunge il 12,2%. I visitatori arabi e asiatici si distinguono per una propensione molto più elevata allo shopping: fino al 30% del budget viene destinato a moda, gioielli e grandi magazzini. «Il nostro obiettivo è fornire strumenti di analisi sempre più precisi e tempestivi per monitorare l’andamento di un settore cruciale per il Paese», spiega Marcello Sala, presidente di Nexi. «Il turismo internazionale rappresenta un pilastro dell’economia italiana e, grazie alla crescita dei pagamenti digitali, oggi siamo in grado di coglierne l’evoluzione in tempo reale, con evidenze utili sia alle istituzioni sia agli operatori. La disponibilità di dati granulari, affidabili e aggiornati consente di sviluppare strategie mirate, valorizzare i territori e rendere l’Italia sempre più competitiva sullo scenario globale».

Il futuro del turismo

Il futuro del turismo passa allora dalla capacità di leggere i segnali, intercettare nuove rotte e costruire un’offerta coerente con le aspettative di viaggiatori sempre più globali, digitali e consapevoli. Avere strumenti per capire dove, quando e come si muove il valore permette all’Italia non solo di raccontarsi meglio, ma anche di orientare con intelligenza le prossime scelte strategiche, pubbliche e private.Non si tratta solo di accogliere più turisti, ma di attrarre valore. Per farlo servono infrastrutture moderne, servizi digitali e una strategia di promozione che sappia parlare a target diversi, integrando cultura, paesaggio, enogastronomia e shopping. Il turismo internazionale, oggi più che mai, non è un effetto collaterale del “bel Paese”, ma un indicatore economico da leggere con attenzione. Perché dietro ogni transazione c’è un’opportunità di crescita, dietro ogni viaggio un investimento che genera ricchezza, lavoro e reputazione.

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Ho scritto “Opus Gay", un saggio inchiesta su omofobia e morale sessuale cattolica, ho fondato GnamGlam, progetto sull'agroalimentare. Sono tutrice volontaria di minori stranieri non accompagnati e mi interesso da sempre di diritti, immigrazione, ambiente e territorio. Lavoro al The Watcher Post.