Il problema con i protocolli
La Fase 2 dei cinema, i gestori protestano: “Con l’obbligo di mascherina non riapriamo”
Si apre un nuovo fronte di scontro per il governo Conte. Sul piede di guerra c’è infatti l’Anec, Associazione Nazionale Esercenti cinema, che annuncia battaglia sui protocolli inseriti all’interno delle Linee guida per la riapertura delle Attivita’ economiche, produttive e ricreative emanate dalla Conferenza delle Regioni del 9 giugno.
Il 15 giugno è infatti la data indicata dal Dpcm del 17 maggio per la riapertura delle sale cinematografiche, ma le regole “non permettono ancora alcuna sostenibilità economica per i cinema”, denunciano i gestori.
Pur ammettendo che “sono stati fatti passi avanti con la deroga al distanziamento interpersonale per la visione con i propri familiari”, il problema resta “il permanere dell’obbligo dell’uso della mascherina anche dopo aver preso posto in sala”, una misura ritenuta “incompresibile”.
“Parti integranti e imprescindibili dell’esperienza cinematografica dello spettatore sono la visione in compagnia e il consumo di prodotti durante la proiezione. Il permanere dell’obbligo di indossare la mascherina all’interno della sala, durante tutta la visione del film non permette la ripartenza- si legge in una nota dell’Anec – compromettendo l’esperienza cinematografica del pubblico e minando uno dei cardini chiave dell’economia delle sale cinematografiche. I cinema intenzionati a riaprire la prossima settimana rimarranno chiusi, in queste condizioni, rallentando il già difficile processo di ritorno alla normalità per il settore dell’intrattenimento che vede, peraltro, ulteriori limitazioni nelle capienze diversamente a quanto invece disposto per le attività fieristiche, convegnistiche e i luoghi di culto”.
Anec chiede “uniformità nella definizione delle misure per la riapertura, al fine di garantire sostenibilità alle imprese che fanno cinema e che offrono intrattenimento alla propria clientela, con disposizioni di tutela della salute già molto elevate. Il settore è pronto a ripartire, ma senza la presa di coscienza che questi protocolli pongono le sale cinematografiche in una condizione penalizzante, non sarà possibile riaprire. Le linee guida per la riapertura dei cinema nei principali Paesi europei, come la Francia, non prevedono obbligo della mascherina durante la visione del film, consentono chiaramente la vendita di prodotti dalle aree ristoro e definiscono chiaramente che lo spazio libero fra gli spettatori in sala, salvo le deroghe per familiari, deve essere garantito con una sola poltrona libera”.
Per questo l’associazione chiede al governo di “allineare i protocolli per la riapertura dei cinema italiani a quanto disposto in Francia e negli altri Paesi europei”, permettendo ai lavoratori ancora a casa “di poter tornare a lavoro, evitando peraltro ogni rischio nascente con l’imminente fine della copertura degli ammortizzatori sociali”.
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