La giudice è brava e applica la legge con rigore? Niente paura, basta sostituirla

Provate a raccontare questa storia a un cittadino americano, o canadese, o svizzero, o giapponese. Ditegli che in Italia è successo questo: un procuratore entra in contrasto con un giudice che respinge alcune sue richieste e accoglie invece alcune richieste della difesa. Il Presidente del tribunale interviene e rimuove il giudice, sebbene risulti del tutto evidente che il giudice ha assunto fin qui decisioni ineccepibili dal punto di vista del Codice di procedura e della Costituzione, e che le richieste del Procuratore erano non accoglibili.

Probabilmente il cittadino americano o canadese, o giapponese scoppierà a ridere. Non vi crederà. Forse vi conviene raccontare questa storia a un cittadino della Corea del Nord, o dell’Iran. Avete più speranze che vi dica: succedono anche da noi cose di questo genere. La vicenda della Giudice di Verbania, rimossa con una scusa burocratica, è agghiacciante. È il superamento di ogni “sfacciataggine” del ”Sistema”. Che non ha il pudore almeno di nascondere la sua arroganza. La mostra contento, ti ride in faccia. Ogni volta che denuncio la degenerazione della magistratura, e la sua prepotenza, e il disprezzo per lo Stato di diritto, mi sento dire (e solo dalle persone più ragionevoli): “Tu sbagli, fai di ogni erba un fascio. Il corpo grosso della magistratura è sano”. Già. Può darsi. Ma il corpo grosso della magistratura è imbrigliato in un sistema che non gli permette di esprimersi e di servire onestamente e con rigore la legge e il diritto.

A me pare del tutto evidente che la dottoressa Banci Buonamici sia una ottima magistrata, che conosce le leggi, le sa applicare con saggezza e rigore, sa svolgere anche il suo ruolo che prevede la necessità di riequilibrio nel caso che il rappresentante dell’accusa sia troppo aggressivo. Ma la dottoressa Banci Buonamici è stata messa alla porta proprio per questa ragione: perché è una magistratura seria e onesta. Ci rendiamo conto?

La maggior parte della magistratura è seria e onesta, io ci credo, ma voi vi dovete convincere che esiste una robusta e potentissima minoranza della magistratura che coltiva solo il proprio potere, se ne infischia della giustizia e delle sue regole, si fa beffe della ricerca della verità, ed è in grado di tenere sotto scacco la magistratura onesta. O si risolve questo problema, con un vero e proprio atto rivoluzionario che privi dell’immenso potere di cui gode la parte oscura della magistratura, oppure il Italia lo Stato di diritto assomiglierà sempre di più a quello venezuelano o a quello della Corea del Nord. Chi lo deve compiere questo atto rivoluzionario? C’è un solo soggetto autorizzato a farlo: il Parlamento. La politica. Vi ricordate ancora di quando la politica viveva di dignità e pensiero propri?

Ieri la Procura generale della Cassazione ha chiesto al Csm di confermare la condanna di Luca Palamara. Cioè la sua cacciata dalla magistratura. Perché? Perché – dice l’accusa – ha tramato, ha condizionato o si è fatto condizionare dai politici, ha provato a ostacolare le carriere dei colleghi. Oddio: ma alla Procura generale della Cassazione l’hanno letto il libro di Palamara? Si son resi conto di quale palude fangosa sia il terreno nel quale le correnti della magistratura si davano e si danno battaglia e poi negoziano le carriere, i posti di potere, i rapporti di forza, e probabilmente anche le inchieste da fare o da insabbiare e le sentenze di condanna o di assoluzione? E si sono accorti che al processo del Csm contro Palamara non hanno potuto partecipare decine e decine di testimoni, per la semplice ragione che se quelle testimonianze fossero state ammesse poi sarebbe stato necessario cacciare dalla magistratura, eventualmente qualche centinaio di magistrati, in prevalenza Pm, che poi sono esattamente quelli che oggi rappresentano l’impalcatura del potere giudiziario?

Nonostante il silenzio impressionante dei giornali (anche loro ispirati probabilmente dalle abitudini della Nord Corea più che del Venezuela, dove almeno una parvenza di stampa libera ancora esiste), una parte importante dell’opinione pubblica è stata informata di quel che sta succedendo, e di come ha funzionato negli ultimi decenni la magistratura. La fiducia popolare nelle Procure, che era altissima, ora è rasoterra. Chiunque può capire che dei provvedimenti vanno presi. Probabilmente il più urgente è la separazione netta tra Ordine dei Pm e Ordine dei giudici, cioè di un provvedimento che impedisca l’irruzione dei Pm nelle competenze della magistratura giudicante, come sembra essere successo a Verbania. E non solo a Verbania.

Di solito questa irruzione avviene semplicemente attraverso la sottomissione del Gip, che copia e poi incolla i documenti firmati da Pm, senza osare obiezioni. Se la sottomissione non c’è scatta il metodo Verbania. Possibile che il Parlamento, e anche il Presidente della Repubblica, non si accorgano di questa situazione? E il governo? E la ministra? Oppure – come è probabile – se ne accorgono perfettamente ma non hanno la forza, o il coraggio, per intervenire.