Arriva al Consiglio Superiore della Magistratura il caso della giudice delle indagini preliminari Donatella Banci Buonamici. La gip è stata sollevata dal caso della strage della funivia, sulla linea Stresa-Mottarone, di domenica 23 maggio in provincia Verbano-Cusio-Ossola in cui sono morte 14 persone dopo il crollo di una cabina. La giudice non deciderà sull’incidente probatorio chiesto dalla difesa di Gabriele Tadini, capo servizio della funivia, “rilevato che il 31 maggio 2021 è cessato l’esonero dalle funzioni di gip di Elena Ceriotti, titolare per tabella del ruolo”.

A sollevare la vicenda presso l’organo di autogoverno della magistratura i consiglieri Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo che hanno chiesto l’apertura di una pratica al Comitato di Presidenza. Banci Buonamici aveva smontato l’operato dei magistrati decidendo di lasciare liberi due degli indagati per il disastro, Luigi Nerini, titolare della funivia, ed Enrico Perocchio, ingegnere direttore dell’esercizio, e di porre il terzo, Gabriele Tadini, agli arresti domiciliari. Perché il fermo era “stato eseguito al di fuori dei casi previsti dalla legge” e perché “non esisteva il pericolo di fuga e non ho ritenuto per due persone la sussistenza dei gravi indizi non perché non abbia creduto ad uno, ma ho ritenuto non riscontrata la chiamata in correità”.

I tre erano indagati per concorso in omicidio colposo plurimo e in lesioni colpose gravissime, falso in atto pubblico e rimozione dolosa di sistema di sicurezza. Non l’aveva presa benissimo la Procuratrice Olimpia Bossi, anzi: “Prendevamo il caffè insieme, per un po’ lo berrò da sola”. Secca la replica della stessa Banci Buonamici: “Dovreste ringraziare, ed essere felici di vivere in un sistema così, in uno Stato in cui il sistema fa giustizia o è una garanzia e, invece, sembra che non siate felici. L’Italia è un Paese democratico”.

Come ha scritto Il Riformista, la giudice si era autoassegnata l’udienza di convalida dei fermi dell’inchiesta sulla sciagura del Mottarone dopo aver “sentito il Presidente del Tribunale”. La Camera Penale di Verbania ha annunciato uno stato di agitazione e un giorno di astensione, cui parteciperanno tutte le Camere Penali del Piemonte, dall’attività di udienza e giudiziaria per il 22 giugno. “Il solo sospetto che la riassegnazione del fascicolo possa essere conseguenza di insistenze proveniente da una parte del procedimento costituisce un inaccettabile vulnus alla serenità della giurisdizione, di cui deve essere espressione l’assoluta indipendenza del giudice – ha scritto il Presidente della Camera Penale Gabriele Pippicelli – ad oggi non risulta che tutti i procedimenti assegnati a vari giudici in sostituzione della dottoressa Ceriotti siano alla stessa stati riassegnati”.

Le Camere Penali del Piemonte fanno notare “che mai si è visto il Presidente di un Tribunale riassegnare il procedimento al gip che avrebbe dovuto averlo in carico secondo un’originaria tabella disattesa per un legittimo impedimento dello stesso giudice; e che, come sempre accade, il gip dell’udienza di convalida del fermo o dell’arresto continua ad esercitare le sue funzioni fino alla conclusione delle indagini preliminari”. Un comunicato dell’Ucpi ha invece osservato come risulti “da nessuno smentita la notizia, ripetutamente diffusa dai media pubblici e privati, di un diretto intervento del Procuratore Generale di Torino sul Presidente del Tribunale di Verbania per la rimozione da quella inchiesta di un Giudice coraggiosamente indipendente come la dott.ssa Banci Buonamici, siamo assolutamente persuasi che, in ogni caso, quella notizia sia purtroppo straordinariamente verosimile”. No comment, al momento, di Banci Buonamici. “Parlerò nelle sedi istituzionali”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.