L'editoriale
La triangolazione tra UE, USA e Cina per fermare Putin
In questi giorni Donald Trump ha cambiato completamente direzione sul conflitto in Ucraina. Per citare le sue parole, la Russia è una “tigre di carta” perché sull’orlo del disastro economico e perché in tre anni e mezzo di guerra ha ottenuto risultati molto modesti sul piano militare.
L’Ucraina, con l’aiuto della Nato e dei Paesi europei, può riconquistare tutti i territori occupati dalle forze russe. In caso di nuovi sconfinamenti dello spazio aereo, la Nato deve abbattere i vettori di Mosca. Rispetto a queste affermazioni, Trump potrebbe cambiare idea da un momento all’altro, ma non è da escludere che l’esito disastroso del vertice con Vladimir Putin in Alaska gli abbia finalmente aperto gli occhi. Se così fosse, i Paesi membri della Nato e della Ue devono essere pronti a definire le condizioni per una ritrovata collaborazione con gli Stati Uniti per sostenere l’Ucraina.
Sul piano militare, la priorità è irrobustire in modo consistente gli asset della difesa aerea, includendo anche l’istituzione di no fly zone, quantomeno nelle aree di confine. Sul terreno commerciale, appare necessario eliminare i residui legami con la Russia sul piano energetico (gas, petrolio e nucleare), bloccando le triangolazioni e facendo adeguate pressioni perché anche Ungheria, Slovacchia e Turchia si muovano in questa direzione. Ma anche in ambito diplomatico si potrebbe tentare una svolta. La scommessa (fallita) di Trump era quella di allontanare Mosca da Pechino, ma purtroppo negli ultimi due anni è accaduto esattamente il contrario.
Che fare? Per quanto arduo, l’obiettivo potrebbe essere quello di avvicinare le posizioni tra Usa e Ue nei confronti della Cina e avviare un dialogo con il Dragone. La Cina ha grandissimi interessi da difendere in Europa, e non appare affatto intenzionata a tagliare i ponti con gli Stati Uniti. Anzi, si parla sempre più spesso di un accordo a due tra Washington e Pechino, come quello tentato (senza successo) da Trump nel 2018. A questa logica bipolare, la Ue potrebbe contrapporre un percorso alternativo: l’avvio di un dialogo trilaterale tra Usa, Ue e Cina.
Guai a dimenticare che l’Europa (unita) ha potenzialmente un enorme peso negoziale nei confronti di Pechino. L’avvio di un confronto trilaterale tra Washington, Bruxelles e Pechino potrebbe convincere per la prima volta Putin a scendere a compromessi, perché l’isolamento politico della Russia è un rischio che il capo del Cremlino non può assolutamente permettersi. Molto dipenderà dagli imprevedibili stati d’animo di Trump, ma ci sono motivi per credere che Marco Rubio e i diplomatici del Dipartimento di Stato guardino con interesse a un tentativo congiunto di Usa e Ue di coinvolgere la Cina nel processo negoziale di una pace giusta in Ucraina.
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