Letture
La Groenlandia che piace a Trump, alla ricerca di quel nuovo mondo: il diario del grande esploratore Knud Rasmussen

«6 aprile 1912 – Inizia il grande cammino, il grande viaggio al nord della Groenlandia, col sole primaverile e la limpida allegria della partenza. Salve a voi, compagni, uomini felici sulla soglia di gioiose rivelazioni!». È l’inizio di “A nord di Thule”, il diario del grande esploratore Knud Rasmussen (Iperborea) che all’inizio del secolo scorso fu protagonista di sette spedizioni in quell’inesplorato pezzo di mondo. È il resoconto della spedizione che nel 1912 partì da Thule, la base artica fondata proprio da Rasmussen, con l’obiettivo di puntare a Nord: durò sei lunghissimi mesi questo viaggio nel bianco assoluto dei ghiacci, missione scientificamente importante per le scoperte future (ma anche lui ne fece una importante: l’isola di Peary non è un’isola!).
Eccola, la Groenlandia di cui tanto si parla oggi per le mire che su di essa ha Donald Trump, sterminata massa di ghiacci praticamente deserta, o quasi; eccola come ce la tramanda Rasmussen, con il suo entusiasmo di ricercatore e, va sottolineato, la brillantezza nel descrivere le sue imprese. «Il vento forte, che alza in mulinelli la neve secca e leggera del ghiacciaio al punto che non è possibile orientarsi, ci tiene bloccati negli igloo. Quando siamo arrivati qui ieri sera, stanchi, avevamo qualche speranza di riuscire a superare la notte in un rifugio improvvisato dietro le slitte, ma non ci è voluto molto prima che un vento freddo e invadente cominciasse a spostare le nostre cose». È durissima.
Il racconto, agile e denso, è molto bello. Rasmussen e i suoi compagni, con i cani, le slitte, tutto l’armamentario che serve a imprese simili, camminano, si fermano, riprendono, cacciano, si nutrono: e guardano l’immensità. L’uomo è infinitamente piccolo, in questa terra bianca di ghiacci, e c’è qui un accenno persino filosofico. E c’è la felicità della scoperta del mondo, e lui, Knud Rasmussen, è felice: «L’esploratore trae nutrimento dalla selvaggia abbondanza della natura e si disseta nel profondo dei grandi spazi. È sempre in cammino verso il meraviglioso».
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