Le cene con gli amici sono la cosa che manca di più agli italiani, insieme ai viaggi

I viaggi di piacere, frequentare amici e parenti senza dover fare i conti con le restrizioni, ma anche cenare e fare aperitivo all’aperto. Sono queste le attività di cui gli italiani hanno sentito maggiormente la mancanza dal primo lockdown ad oggi, secondo quanto emerge da un sondaggio condotto da IziI in collaborazione con Comin & Partners, sulle maggiori rinunce degli italiani nell’ultimo anno.

Partire e visitare posti nuovi manca al 20% degli intervistati, mentre andare a trovare un conoscente è la priorità per il 18% del campione appena si potrà tornare a farlo in libertà. Consumare in un ristorante o in un bar senza limiti di orario e di spazio è il sogno del 17% dei soggetti dell’indagine. A poco più di un italiano su dieci invece è mancato andare al cinema, frequentare teatri e assistere a concerti. Al 7% il dato sugli italiani che risentono particolarmente dell’assenza di attività culturali e sportive.

Al di là delle occasioni conviviali e sociali, anche la sfera affettiva rientra tra le parti di quotidianità che più mancano agli intervistati. Per il 5% a gravare particolarmente è stata la lontananza dal proprio partner.

Sull’evoluzione della situazione epidemiologica ci si divide a metà: il 43% del campione pensa che nel prossimo mese ci sarà un peggioramento, mentre il 42% ritiene che tutto rimarrà uguale ad oggi. Solo il 15% degli italiani è ottimista e ritiene che si andrà verso un miglioramento. In questo quadro, quasi la totalità degli italiani (82%) è favorevole al vaccino e vorrebbe farlo il prima possibile. Poco più di un terzo dei favorevoli (31%) lo farà nonostante un po’ di timore rispetto alle conseguenze.

La rapidità con la quale sono stati condotti gli studi clinici e i possibili effetti collaterali dei vaccini preoccupano solo l’11% del campione, che ha dichiarato di essere contrario alla somministrazione. Molto bassa la percentuale di coloro che ritengono non sia efficace (4%) e degli italiani che credono che il rischio di contrarre il Covid sia remoto (2%).