Le correnti si prendono Milano: gli eredi di Bichi e Greco verranno scelti dal Csm “palamarizzato”

Tre mesi possono sembrare poca cosa. Ma quando si tratta di nomine ed incarichi dei magistrati è una eternità. Stiamo parlando di Roberto Bichi, l’attuale presidente del Tribunale di Milano. Il magistrato, originario di Arezzo, doveva lasciare l’incarico il prossimo 7 agosto, giorno del suo settantesimo compleanno. Dopo la modifica voluta dall’allora premier Matteo Renzi, che modificò gli iniziali settantacinque anni, è infatti quella l’età massima per il trattenimento in servizio delle toghe. Con una decisione inaspettata, Bichi l’altro giorno ha invece deciso di anticipare la pensione di tre mesi, indicando come ultimo giorno di servizio il 30 aprile. Per Bichi, va detto subito, non cambia nulla, avendo già maturato da tempo l’anzianità necessaria e versato i relativi contributi pensionistici. Quello che cambia è il ruolo che avrà questo Consiglio superiore della magistratura nella scelta del suo successore.

Se Bichi fosse andato in pensione il 7 agosto, il Csm a guida David Ermini e che scadrà alla fine di settembre di quest’anno, poteva fare molto poco: difficile con l’estate di mezzo, e con Palazzo dei Marescialli sbarrato per ferie, portare a termine una nomina di tale importanza nei poco tempo a disposizione. Tutto un altro scenario con il prepensionamento del presidente del Tribunale di Milano. Il Csm, per non perdere giorni preziosi, nei prossimi giorni potrà già mettere a concorso il posto e procedere in maniera spedita alla nomina. In un colpo solo verranno dunque cambiati gli assetti degli uffici giudiziari milanesi per i prossimi anni. A breve è prevista la nomina del nuovo procuratore. Per il successore di Francesco Greco alla Procura di Milano, ogni corrente aveva votato in Commissione per gli incarichi direttivi un proprio esponente.

Alessandra Dal Moro, togata di sinistra della corrente, ha scelto Maurizio Romanelli, Michele Ciambellini, togato centrista di Unicost, Gimmi Amato, e Antonio D’Amato, togato di destra di Magistratura indipendente, per Marcello Viola. Per quest’ultimo aveva votato anche l’ex davighiano Sebastiano Ardita che comunque in passato era stato iscritto a Mi. Astenuti i due laici: Fulvio Gigliotti, in quota M5s, e Alessio Lanzi, in quota Forza Italia. Per la cronaca questo Csm aveva già scelto i vertici della Corte d’appello, nominando il presidente ed il procuratore generale. Un risultato non da poco per un Csm travolto dalle polemiche e, come da più parti affermato, screditato oltre misura. Sempre dalle parti di piazza Indipendenza, si segnala ieri la nomina del presidente del Tribunale di Pavia. In nuovo capo è Guglielmo Leo, ora in servizio alla Corte costituzionale. L’ultima volta che Leo ha varcato la soglia di un tribunale e indossato la toga era il 2000. “C’era ancora la lira”, ha detto il laico Stefano Cavanna, fra i più contrari. Di diverso avviso la maggioranza del Plenum che lo ha promosso al vertice del tribunale lombardo con 12 voti a favore.