Colpi di scena a non finire questa settimana al Consiglio superiore della magistratura. Con due voti Marcello Viola, l’attuale procuratore generale di Firenze, è stato il più votato in Commissione per gli incarichi direttivi per il posto di nuovo procuratore di Milano. Un voto a testa, invece, per Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, e per Maurizio Romanelli, procuratore aggiunto a Milano. Giuseppe Creazzo, procuratore di Firenze e da tempo nell’occhio del ciclone per le modalità di conduzione dell’indagine nei confronti della Fondazione Open di Matteo Renzi, ha fatto domanda, accolta immediatamente essendo l’unica, per fare il sostituto alla Procura dei minori di Reggio Calabria. Ma andiamo con ordine. A Milano il posto di procuratore è vacante dallo scorso mese di novembre, quando Francesco Greco andò in pensione per raggiunti limiti di età.

«Lascio una Procura organizzata ed efficace», al di là «di tante chiacchiere e strumentalizzazioni», aveva dichiarato nel giorno commiato anche se le cronache degli ultimi mesi avevano descritto un ufficio dove i pm si denunciavano a vicenda per il modo di condurre le indagini e i fascicoli rimanevano per mesi negli armadi. Il segnale del Csm è, dunque, nell’ottica della discontinuità di gestione e del “risarcimento” per Viola. Nel maggio del 2019, il nome del pg di Firenze, ad insaputa del diretto interessato, era stato fatto nell’ormai mitico incontro dell’hotel Champagne a cui avevano partecipato Luca Palamara, alcuni consiglieri del Csm, Cosimo Ferri e Luca Lotti. Quest’ultimo all’epoca indagato proprio dalla Procura di Roma in uno dei filoni dell’inchiesta Consip. L’incontro divenne di pubblico dominio in quanto registrato con il famigerato trojan inserito nel cellulare di Palamara.

La diffusione di quei colloqui determinò l’annullamento dell’iniziale voto a favore di Viola. Al suo posto il Csm decise di convergere su Michele Prestipino, fino a quel momento vice di Giuseppe Pignatone. Con la nomina di Prestipino partì un interminabile contenzioso amministrativo avviato da Viola e da Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo. Dopo ricorsi e controricorsi l’incarico a Prestipino era stato annullato per mancanza di titoli. Ed al suo posto nominato Lo Voi. La Procura di Milano è al momento retta dall’aggiunto Riccardo Targetti. Quest’ultimo, però, il prossimo mese di aprile andrà in pensione per raggiunti limiti di età. A succedergli come facente funzioni in attesa del nuovo procuratore vi è Fabio De Pasquale. Il suo incarico, anche se temporaneo, sarebbe comunque fonte di grande imbarazzo essendo il magistrato accusato di aver nascosto prove a favore dei suoi indagati nel processo Eni-Nigeria.

A ciò si deve aggiungere che dopo l’archiviazione generalizzata per tutti gli imputati di quel processo si era scatenata la “rivolta” fra i vari pm milanesi sommersi per anni dai fascicoli per permettergli di portare avanti l’inchiesta su questa presunta maxi tangente mai pagata.
Per evitare strumentalizzazioni al Csm hanno deciso di accelerare. E di cambiare passo. Creazzo, invece, prima doveva andare in pensione, poi aveva fatto domanda per la Direzione nazionale antimafia e, infine, per sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minori. La sua è stata l’unica domanda valutata dal Csm, che aveva chiuso il bando lo scorso gennaio. Punito con la perdita di due mesi di anzianità per aver molestato la pm antimafia Alessia Sinatra, Creazzo chiuderà la carriera a casa. E comunque doveva lasciare Firenze il prossimo giugno per aver terminato gli otto anni di permanenza massima nella sede. L’ormai ex procuratore di Firenze si sfila dalla conduzione dell’indagine sulla Fondazione Open di Matteo Renzi.

La scora settimana il Senato aveva deciso di sollevare il conflitto di attribuzioni in merito ai sequestri effettuati nell’ambito di questa inchiesta. Sarà la Consulta a chiarire se mail e chat private allegati ai fascicoli di indagine siano o meno violazione delle prerogative di un parlamentare e a stabilire se Creazzo e i suoi magistrati abbiano agito fuori dalle regole come contestato dal leader di Italia Viva. Creazzo a questo punto non parteciperà all’udienza preliminare che ad aprile dovrà decidere se rinviare a giudizio Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti, l’ex presidente di Open Alberto Bianchi e l’imprenditore Marco Carrai.