Ancora un rinvio, l’ennesimo. La nomina del procuratore di Roma è ormai un tormentone. Ieri doveva essere il giorno “buono” ed invece ancora una fumata nera. La commissione per gli incarichi direttivi, infatti, ha deciso di rinviare la discussione direttamente alla prossima settimana, saltando anche la riunione in calendario per domani. Dopo la decisione del giudice amministrativo di annullare la nomina di Michele Prestino per mancanza di titoli, il Consiglio superiore della magistratura si era finalmente convinto della necessità di riesaminare la pratica romana. Inizialmente il Csm era andato dietro ai ricorsi di Prestipino contro le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato che avevano dato ragione a Marcello Viola, procuratore generale di Firenze, e Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo.

I due magistrati, pur a fronte di un curriculum nettamente superiore a quello di Prestipino, erano stati scartati dal Csm. Una scelta stigmatizzata dai giudici amministrativi. Il Csm, per sopperire alla carenza di titoli di Prestipino, aveva valorizzato oltre misura il “radicamento territoriale” dell’ex fedelissimo di Giuseppe Pignatone. Prestipino, pur non avendo mai ricoperto l’incarico di procuratore, a differenza di Lo Voi e Viola, era da preferire ad entrambi, il ragionamento del Csm, per la sua “maggiore conoscenza” della realtà criminale della Capitale. Una motivazione che non trovava alcun appiglio nel testo unico sulla dirigenza di Palazzo dei Marescialli. La bocciatura di Viola, poi, aveva assunto i connotati della beffa. Il pg di Firenze era stato votato dalla Commissione per gli incarichi direttivi il 23 maggio del 2019 a larga maggioranza. Per Viola aveva votato anche Piercamillo Davigo.

Lo scoppio del Palamaragate, il 29 maggio successivo, aveva avuto fra le varie conseguenze l’annullamento di quella votazione in “autotutela”. Il motivo? Luca Palamara, Cosimo Ferri e Luca Lotti avevano fatto il suo nome come erede di Pignatone la sera del 9 maggio all’hotel Champagne. Viola procuratore di Roma avrebbe potuto agevolare, secondo l’accusa, Palamara nella sua resa dei conti contro i colleghi di piazzale Clodio, e Lotti nel processo Consip.
Peccato che Viola fosse all’oscuro di tutto. Dalle intercettazioni sul telefono di Palamara non era emerso alcun contatto con Viola. La nuova Commissione per gli incarichi direttivi, oltre ad aver annullato la nomina di Viola, aveva successivamente deciso di non portare il suo nome in Plenum. Un “ribaltone” a favore di Prestipino che alla votazione del 23 maggio non aveva preso un voto.

La tempistica lunga sul procuratore di Roma andrà a sovrapporsi con quella sul successore di Francesco Greco a Milano. Greco andrà in pensione per raggiunti limiti di età il 17 novembre e i maligni ipotizzano che dietro questi continui rinvii del Csm ci sia la volontà di una decisione comune. Viola ha fatto domanda anche per Milano. Se si sfilasse dalla corsa per Roma, rimarrebbe in pista il solo Lo Voi. E se anche quest’ultimo si sfilasse, ad esempio per concorrere per il posto di procuratore nazionale antimafia, ecco che Prestipino, pur sfiduciato dai giudici amministrativi, rimarrebbe procuratore della Capitale per mancanza di concorrenti. Della serie, abbiamo scherzato.