Il Consiglio di Stato ha emesso la quarta o la quinta sentenza (ho perso il conto…) contro il Procuratore di Roma Michele Prestipino. Ha detto a lettere chiarissime che non aveva i titoli per essere nominato Procuratore. Due dei suoi “competitor”, e cioè il Procuratore generale di Firenze Viola e il Procuratore di Palermo Lo Voi, avevano e hanno molti più titoli di lui e sono stati esclusi arbitrariamente dal Csm.

Il Consiglio di Stato ha scritto proprio così, nella sentenza: “Molti più titoli”. Ormai non sembra che possano esserci molti dubbi sulla questione: prima il Tar e poi il Consiglio di Stato si sono pronunciati ripetutamente e in modo univoco sui ricorsi di Viola e Lo Voi e hanno messo il Csm con le spalle al muro. La nomina di Prestipino fu illegittima e – a occhio – fu frutto di una di quelle manovre di correnti (accordi, pasticci, scambi di favori e di potere) denunciate in modo molto circostanziato da Luca Palamara. Le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato sono abbastanza imbarazzanti per il Csm (non tutto, naturalmente: diciamo per quei consiglieri che hanno votato per Prestipino).

Ma il problema più grosso è un altro: Prestipino finora non ha mostrato nessuna intenzione di lasciare. Continua a presentare nuovi ricorsi nonostante l’evidenza palmare della sua posizione insostenibile. E continua a mantenere il potere immenso che detiene un procuratore di Roma, continua a poter influenzare indagini, imputazioni, e anche sentenze. Il danno per la credibilità della giustizia (e per la serenità degli imputati) è gigantesco. Se un politico mostrasse la stessa arroganza sarebbe cacciato via di corsa dal suo stesso partito. Almeno dopo questa quarta sentenza, Prestipino avrà il buon gusto di farsi da parte? O, altrimenti, qualcuno vorrà intervenire per ristabilire la legalità?

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.