Meritare l'Europa: le voci degli studenti sui temi d'attualità
Legge elettorale: è ora di darci un taglio, si rediga una nuova norma e la si inserisca in Costituzione
In Italia non c’è Governo che, negli ultimi 30 anni, non abbia proposto, approvato o caldeggiato uno schema di modifica delle norme vigenti per le elezioni nazionali.
In Germania la legge che determina il sistema di voto per le elezioni legislative nazionali risale al 1956 e, ad oggi, è rimasta sostanzialmente immutata. Il suo equivalente britannico, il Fourth Reform Act, è del 1918. I nostri cugini d’Oltralpe, invece, non mettono mano alla legge elettorale dal lontano 1986. In Italia non c’è Governo che, negli ultimi 30 anni, non abbia proposto, approvato o caldeggiato uno schema di modifica delle norme vigenti per le elezioni nazionali. Risultato? Mentre i nostri vicini si sono potuti fregiare di governi duraturi (Inghilterra a parte), la Seconda Repubblica italiana ha visto nascere 18 esecutivi in 30 anni. Questo perché se in Europa le “regole d’ingaggio” sono state fatte proprie ed accettate da tutti i partiti presenti, in Italia l’unico criterio per decidere quale sia il sistema elettorale più consono sembra essere l’interesse del momento.
Vedo i consensi calare? Divento un fan del sistema proporzionale, così da aumentare le possibilità di rimanere in sella. Ma se gli affari vanno bene, allora (casualmente) l’introduzione di un premio di maggioranza diventa la panacea di tutti i mali. Ma in una democrazia matura sono i partiti ad adattarsi alle regole fissate, da tutti, ab origine e non il contrario.
Lancio allora una proposta: le forze politiche si mettano attorno ad un tavolo e individuino quali aspetti intendono privilegiare. Partendo da questa base, si rediga una nuova legge elettorale e la si scriva in Costituzione. Questo porterebbe a due risultati: metterebbe al riparo le “regole del gioco” dagli appetiti del momento, vista la cronica difficoltà nel modificare l’assetto costituzionale e – soprattutto – porterebbe ad un cambio di mentalità da parte delle forze politiche (ad esempio, se vi fosse una legge elettorale chiaramente maggioritaria, probabilmente il progetto del “campo largo” assumerebbe una maggiore concretezza). Chi ci sta?
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