L’ottimista: la forza del virus sta scemando, tra 15 giorni sarà finito

Ammettiamo che esca un bel libro, che potrebbe avere molti potenziali lettori, a cui però non si fa nessuna pubblicità. All’inizio passa quasi inosservato. Nessuno ne è a conoscenza, non compare nelle vetrine, non ha un posto privilegiato sugli scaffali delle librerie, non è segnalato da cartelli o iscrizioni. Per qualche tempo, che potremmo definire di “latenza”, non ne viene venduta nessuna copia, o pochissime. C’è, ma è come se non ci fosse. Non se ne parla e non suscita attenzione. È cominciata la fase I.

Se già vi evoca qualcosa che vi risulta ormai familiare, siete perspicaci (ma siete stati anche aiutati dal titolo).
Casualmente un certo numero di persone, rovistando tra gli scaffali, scorge il libro. Lo apre, lo sfoglia, è incuriosito, pensa che possa essere interessante e finalmente lo acquista. Tornato a casa, ognuno dei compratori poggia il libro da qualche parte, ripromettendosi di leggerlo con calma. Magari il libro è temporaneamente accantonato perché ci sono questioni più urgenti di cui occuparsi, magari va a finire sotto una copia del Riformista e resta nascosto per qualche tempo, oppure è dimenticato nella tasca della borsa. Però il libro è lì.

Prima o poi ricapiterà sotto lo sguardo del compratore che, a quel punto, si siederà comodo e inizierà finalmente a leggerlo con attenzione. Ehi, ma è proprio un bel libro! Brillante, scorrevole, pieno di informazioni utili. Bisogna subito farlo sapere in giro. “Pronto, zia Giuseppina? Come hai trascorso le vacanze di Pasqua? Ah, mi fa piacere. Bene anch’io, grazie. Ti volevo dire che è uscito un bellissimo libro, che ti consiglio assolutamente di comprare”. “Pronto? Ah vecchio filibustiere! Quest’anno non hai potuto fare i soliti danni, stando chiuso a casa, eh? Ma lo sai che è uscito un libro stupendo? Vai a comprarlo. Mi ringrazierai. Certo, presenterò, altrettanto a tua moglie”. “Pronto? Senti, penso proprio di aver trovato il regalo di compleanno adatto a Giulia. Un libro favoloso. Le piacerà tantissimo”.

Si è innescata la fase II. Zia Giuseppina, il vecchio filibustiere, Giulia, e magari anche chi è andato a comprare il libro per Giulia, che lo ha trovato davvero interessante e ne ha prese altre due copie, una per sè e una per la sorella di Giulia, che non vuole mai restare indietro e si offende se non si pensa anche a lei. Tutti quanti leggono il libro, tutti ne rimangono entusiasti e fanno la stessa cosa del primo compratore: telefonano a parenti e amici comunicando la buona novella. È uscito un libro che vale proprio la pena di leggere. La fase II procede spedita.

Ognuno di quelli che sono stati informati, informa a sua volta altre persone. I contatti si moltiplicano. Non tutti quelli che vengono a conoscenza dell’uscita del libro si convincono ad andarlo a comprare e, chi lo compra può non dirlo a nessuno, per goderselo solo lui. Ma, in media, la fama corre, con cento occhi e cento bocche. In media, ognuno informa un certo numero di ignari e una frazione di questi compra effettivamente il libro e informa, a sua volta, tanti altri.
Prima di continuare, scopriamo la metafora. Il libro è il virus. Non altrettanto benefico che una buona lettura, ma con altrettanta capacità di diffondersi.

La fase I è quella in cui i casi di contagio sono pochi, i numeri sono piccoli e la situazione è non è ancora chiara. È quella in cui non si nota neanche la presenza del nuovo agente infettivo, perché la malattia e le possibili morti sono sovrastate da altre malattie che procurano molte più morti. La curva che descrive la fase I è quasi piatta: non succede quasi niente. Poi il libro inizia a essere acquistato da un numero crescente di lettori, ovvero il virus comincia a diffondersi sempre più velocemente. È la fase II, quella di aumento esponenziale.

Esponenziale significa che il numero di lettori al passo successivo è un multiplo del numero di lettori al passo precedente e questo per ogni passo. Vediamo in pratica. Il primo lettore induce zia Giuseppina, il vecchio filibustiere e Giulia a leggere copie del libro. La copia inizialmente era una (primo passo), cioè quella del primo lettore. Ora (secondo passo) le nuove copie sono quella originaria moltiplicato tre. Zia Giuseppina, il vecchio filibustiere e Giulia comunicano (terzo passo) ognuno ad altre tre persone, per cui si avranno nove nuove persone informate dell’uscita del libro e si venderanno altre nove copie. Queste nove persone, a loro volta (quarto passo), ne informeranno tre ognuna, per un totale di 27 nuove copie. Ecco la sequenza dei primi 12 passi. 1, 3, 9, 27, 81, 243, 729, 2.187, 6.561, 19.683, 59.049, 177.147. In soli dodici – apparentemente innocui- passi, siamo già arrivati mentre scrivo a 177.147!

Potevo andare avanti e mostrare che questa progressione perversa passa i monti e rompe i muri e l’armi, arrivando rapidamente a milioni e a miliardi. Ma in Italia è questo approssimativamente il numero dei contagi e quindi non è necessario proseguire. Certo, ogni lettore non avvisa esattamente tre amici. Qualcuno non lo dice nessuno, ma qualcun altro compra più copie, come quello che acquista il libro non solo per Giulia, ma anche per se stesso e per la sorella di Giulia. Questi due effetti antagonisti si compensano e, mediamente, ognuno avvisa altre tre persone. Così come il malato di coronavirus contagia, in media, altre tre persone. D’accordo, ma se questo è il processo, non c’è speranza per nessuno! E invece sì, c’è.

Nessun libro si vende indefinitamente a questo ritmo. Manco se tornasse Dante in persona, giustamente risentito perché qualche riga fa gli ho rubato un verso, potrebbe trovare consolazione dalle vendite esponenziali di una nuova Divina Commedia: ogni processo esponenziale presto o tardi si placa e comincia la fase III, quella di assestamento e normalizzazione. Così come, dopo la Rivoluzione Francese e gli eccessi del Terrore Giacobino, arriva Napoleone a fare silenzio e ristabilire l’ordine. Osserviamo la sequenza numerica riportata sopra. Mostra chiaramente che il processo esponenziale è invasivo, infestante. Se a un certo punto non fosse frenato, se non comparissero forze di contrasto, invaderebbe l’universo, esaurirebbe ogni risorsa, diventerebbe il fenomeno egemone nel cosmo. Ma in natura nulla prevale ovunque e per sempre.

Il ritmo di vendita di un libro a un certo punto cala perché tutti quelli che erano interessati ne hanno già una copia. Analogamente, il ritmo del contagio a un certo punto cala, perché tutti i soggetti contagiabili sono ormai fuori dalla portata del virus. O perché immuni (cioè vaccinati o guariti), o perché fisicamente distanti, ad esempio chiusi in casa come sono io che vi scrivo e voi che mi leggete. Quindi, quello che ci dobbiamo aspettare è che i contagi e i decessi si riducano fino a scomparire (o quasi, perché ci sono sempre degli strascichi di lungo periodo), nell’arco di due/tre settimane. Se manterremo un atteggiamento paziente e responsabile, ne usciremo progressivamente fuori ed eviteremo recrudescenze dell’epidemia che non ci possiamo davvero permettere.