“L’Ucraina può battere la Russia ma Mariupol può cambiare le cose”, l’analisi del generale Petraeus

©Kevin Dietsch/UPI/LaPresse 10-09-2007 Washington Esteri Rapporto del Generale Petraeus e dell'Ambasciatore in Iraq al Congresso sulla guerra in Iraq Nella foto: Il Generale David Petraeus Army Gen. David Petraeus testifies before a House Armed Services Committee and House Foreign Affairs Committee joint hearing on the status of the war and political developments in Iraq in Washington on September 10, 2007. (UPI Photo/Kevin Dietsch)

Cosa sta succedendo in Ucraina? Quali sorti per il conflitto che sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso? A queste domande ha risposto il generale David Petraeus, ex direttore della Cia, che in passato ha guidato le forze armate degli Stati Uniti in Iraq e Afghanistan. Per lui la situazione in Ucraina è altamente imprevedibile.

“Ci sono molti scenari possibili, a seconda di quale dei due campi sarà in grado di rifornirsi, riarmarsi, rimpiazzare le perdite e incorporare nuove competenze – ha detto in una lunga intervista al Corriere della Sera – Una gamma di scenari che va dallo stallo lungo, sanguinoso, da incubo (con avanzamenti lenti e faticosi dei russi nel Sud-Est mentre gli ucraini continuano limitati contrattacchi intorno a Kiev, a Kharkiv a Est, Mykolaiv a Sud-Ovest e altrove) a uno scenario in cui gli uni o gli altri prendano il sopravvento e respingano i nemici. Noto che è un po’ più probabile che l’Ucraina sviluppi un vantaggio, date la determinazione, l’intraprendenza, la creatività dimostrate, oltre al fatto che ‘gioca in casa’. Ma sarebbe imprudente escludere la possibilità che la Russia impari dagli innumerevoli errori commessi in ogni ambito (al di là della pura distruzione di infrastrutture militari e civili prendendo come obiettivo i cittadini innocenti) e che, pur con altre terribili perdite di vite e di mezzi, possa logorare col tempo le difese aeree e le risorse ucraine”.

Secondo il generale “se ricevono sufficienti risorse critiche dai Paesi Nato, gli ucraini potrebbero essere in grado di lanciare contrattacchi multipli, respingere i russi e limitare i danni provocati da missili, razzi e bombardamenti. Particolarmente importanti per l’Ucraina sono ulteriori sistemi di difesa aerea (specialmente S-300 e Buk) efficaci ad altitudini superiori rispetto ai sistemi “portatili” Stinger; ulteriori droni americani tipo Switchblade (migliaia), anche con capacità di bombe e missili anti-tank più potenti; ulteriori droni turchi (migliaia); munizioni; aiuti umanitari, economici; e aerei in sostituzione; il tutto senza grandi annunci. Queste risorse possono inclinare la bilancia a favore dell’Ucraina e avvantaggiarla al tavolo dei negoziati”.

E c’è anche un altro ago della bilancia ed è la città di Mariupol che per il generale è un punto fortemente strategico sia geograficamente sia moralmente. “Ma non si può neppure escludere che la Russia si rimetta in sesto, riacquisti impulso nel Sud-Est e possibilmente nel Nord-Est Quando Mariupol cadrà, come sembra – continua il generale – tragicamente destinato ad accadere nonostante la sua eroica difesa, la Russia avrà un porto eccellente per rifornire le truppe nel Sud-Est. Un successo tattico che risolleverà il morale dei russi e renderà disponibili alcuni battaglioni impegnati in quella durissima battaglia. Ciò favorirà la faticosa avanzata russa nella provincia di Lugansk e forse a Donetsk. Insomma, non si può escludere nulla per ora, nonostante la straordinaria prova degli ucraini e le carenze dei russi”.

In questo scenario si aggiunge un fattore climatico, il meteo, che nelle guerre del passato come in quelle moderne possono fare la differenza. Con le piogge primaverili e lo scioglimento del terreno ghiacciato “la maggior parte dei veicoli a ruote e forse anche cingolati non potranno transitare fuoristrada se vogliono evitare di restare impantanati. Ciò potrebbe impedire ai russi lo sfondamento specialmente intorno a Kiev, prolungando lo stallo sanguinoso in cui si trova l’Ucraina”. Per quanto? “Settimane, forse mesi”.