Luigi Cesaro va ai domiciliari ma non è mai andato a giudizio: “Sono innocente e lo dimostrerò”

La XVIII legislatura della Repubblica Italiana è giunta al capolinea. Oggi è la data spartiacque tra il vecchio e il nuovo governo. Per Luigi Cesaro, storico esponente dei berlusconiani in Campania, è una data che significa molto di più. Non rieletto, Cesaro da oggi non ha più lo scudo dell’immunità parlamentare e quindi gli potrà essere applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari che da tempo la Procura Antimafia ha pronta per lui. Il reato? Concorso esterno in associazione mafiosa.

Una fattispecie di reato molto ambigua e fumosa già per sua stessa natura, più volte al centro di riflessioni sulla validità di una contestazione che non ha un’autonoma collocazione nel codice penale ma si presenta come un concorso nel concorso, una sorta di forzatura per dire che una persona è mafiosa anche se non lo è e per ipotizzare che con i suoi comportamenti possa aver aiutato i mafiosi. Insomma, una costruzione accusatoria che compare spesso nelle inchieste a carico di politici ma non altrettanto spesso trova poi conferma in sede processuale. Ad ogni modo, al di là di valutazioni di merito Luigi Cesaro è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e per quest’accusa è destinatario di una misura cautelare agli arresti domiciliari che adesso dovrà essere applicata.

Luigi Cesaro è intenzionato a costituirsi: lo farà tra sabato e lunedì. La misura cautelare in questione risale a circa due anni fa e gli avvocati del collegio di difesa (i penalisti Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino) l’hanno già impugnata sia sul piano della gravità indiziaria sia su quello dell’attualità delle esigenze cautelari, attualità che mancherebbe trattandosi di un provvedimento ormai datato per fatti ancor più datati. Del resto, non sembrerebbe attuale nemmeno il pericolo di fuga o quello di reiterazione del reato dal momento che Cesaro non ricopre incarichi politici come quelli per i quali è finito sotto la lente della Procura. E c’è poi un’altra particolare circostanza della storia giudiziaria di Luigi Cesaro: la Procura ha provato ad arrestarlo più di una volta, forse addirittura in quattro o cinque casi negli ultimi anni, chiedendo ogni volta misure cautelari che il Riesame annullava e di cui la Cassazione confermava l’annullamento con conseguente archiviazione dell’inchiesta.

Risultato? Finora Cesaro non è mai stato rinviato a giudizio, non ha subìto processi se non quelli mediatici e uno per fatti dell’80 conclusosi in Appello con una sentenza di assoluzione. Adesso Luigi Cesaro, per molti Giggino ‘a purpetta, si appresta ad affrontare un nuovo capitolo di vita personale e giudiziaria. Non a caso a giugno scorso annunciò la scelta personale di non ricandidarsi alle ultime elezioni. «Il senatore – spiegano gli avvocati Furgiuele e Sanseverino intende infatti confrontarsi direttamente ed esclusivamente con l’autorità giudiziaria confidando di poter contribuire all’accertamento dei fatti per i quali è stato accusato, per dimostrare in tempi brevi la propria innocenza».