M5S e la truffa delle parlamentarie, i capilista li decide Conte (e saranno gli unici eletti…)

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 17-05-2022 Roma, Italia Politica M5S - convegno interconnessione e intermodalitá Nella foto: il presidente M5S Giuseppe Conte Photo Mauro Scrobogna/LaPresse May 17, 2022 Rome Italy Politics M5S - conference on interconnection and intermodality In the photo: M5S president Giuseppe Conte

Il Movimento 5 Stelle è tentato dalla Cosa Rossa, dalla possibilità di mettere in piedi un progetto comune con Sinistra Italiana e con i Verdi Europei? Da questi ultimi si ammette che contatti e ‘abboccamenti’ sono in corso con il quartier generale di via di Campo Marzio. Dove Giuseppe Conte è al lavoro per sciogliere gli ultimi nodi delle regole M5S per le ‘parlamentarie’ grilline. Bocche cucite da parte dello staff dell’ex premier, che non ha mai escluso un possibile dialogo con Fratoianni e Bonelli. Sulla natura dei contatti, da Sinistra italiana puntualizzano che con il M5S “ci sono sempre stati, come con il Pd”. Rimane che la giornata ha messo in evidenza ancora una volta la lacunosa macchina organizzativa del M5S, del tutto impreparato per affrontare la politica con la tempistica rapida che richiede. La definizione delle liste è al palo, in assenza di regole sulle Parlamentarie che arriveranno solo oggi, in giornata. Con un giorno di ritardo sulla tabella di marcia annunciata. E l’unica notizia che trapela è che il Movimento affronterà il voto degli iscritti sui candidati dopo aver acquisito i nomi dei capilista, dettati uno dopo l’altro da Giuseppe Conte al quale sarebbero stati concessi, in barba a qualunque statuto, pieni poteri. “Si va verso l’indicazione dei capilista M5S da parte del leader Giuseppe Conte”, ammette infatti, parlando con Adnkronos, una fonte autorevole del Movimento: “sarà lui ad avere l’ultima parola su chi sarà a capo delle liste elettorale”. Nelle regole pubblicate sul sito del Movimento, in realtà, viene riportata “la facoltà del Presidente di indicare modalità e i criteri per la formazione delle liste di candidati”, ma da nessuna parte gli si attribuiscono poteri di indicazione e di nomina. “Il prossimo step – spiega la stessa fonte – sarà rendere noto che sui capilista decide Giuseppe…”.

Il calendario delle candidature, almeno quello, c’è già. “Le autocandidature per entrare nelle liste elettorali del M5s potranno essere presentate dalle 14 di venerdì 5 agosto alle 14 di lunedì 8 agosto”, annuncia il Movimento sul proprio sito, spiegando che potrà autocandidarsi ciascun iscritto “fatta salva la facoltà del Presidente di indicare modalità e i criteri per la formazione delle liste di candidati”. La proposta di autocandidatura, viene precisato, si intende relativa alla Circoscrizione/Collegio di residenza, ma si potrà indicare anche quello in cui si ha domicilio professionale o il “centro principale dei propri interessi”.

Conte sfida tutte le regole. L’implacabile avvocato Lorenzo Borré, che tutela i diritti degli iscritti in numerose cause contro la gestione del Movimento, protesta. “Imporre i nomi dei capilista nei listini sarebbe un ulteriore, evidente esautoramento della funzione delle parlamentarie. La negazione definitiva del “i candidati li scelgono gli iscritti” (principio, a onor del vero, cassato spesso e volentieri anche nel 2018, come ricorda Enrica Sabatini). Dalla democrazia partecipata alla democrazia posticipata”, chiosa il giurista.
Se il Movimento 5 Stelle raggiungesse il 10%, avendo avuto cura di tagliare i parlamentari (400 alla Camera, 200 al Senato), quanti saranno gli eletti, effettivamente? Sul recupero del maggioritario, con i collegi uninominali, non si può contare. Nessun sondaggio attribuisce un solo seggio al M5S, che nel 2018 ne aveva fatto manbassa. Il 10% si potrà applicare ai 2/3 degli eletti, dunque saranno 26, al massimo 28 i deputati pentastellati nella 19ma legislatura. Tutti i capilista, praticamente. Rendendo perfettamente vano l’esercizio – a questo punto, puramente teatrale – delle Parlamentarie. Si terrà una corsa regolare tra tanti sconosciuti, ma alla fine gli eletti saranno, giocoforza, i nomi noti e graditi a Conte, e solo loro. Se ne accorge qualcuno, tra i militanti. Lo scrive ad esempio una attivista su una delle pagine Facebook a Cinque Stelle: “Considerando che entreranno solo i capilista mi sembra una bella presa in giro. Mi chiedo fino a dove si spingerà l’idiozia di coloro che continuano a sostenere questo circo”. Il disamoramento interno è tanto, la rabbia degli attivisti palpabile.

Anche se è generale: i canali social di Carlo Calenda sono esplosi. Migliaia di messaggi accusano il leader di Azione di essersi venduto al Pd, di aver “messo fine a un sogno”. Tanto che per una volta Conte e Calenda si rispecchiano, l’uno nell’altro. “I cartelli elettorali dall’estrema sinistra a Di Maio sono una presa in giro per gli elettori”, aveva infatti twittato Calenda il 22 luglio scorso. Il leader M5s recupera quel tweet e commenta. “Per una volta sono d’accordo con Calenda”. Fantapolitica da campagna elettorale, gli ex arcinemici si riscoprono simili.
Il povero Di Maio le prende un po’ da tutti, e ieri anche dall’ex sodale di tante battaglie, quell’irrequieto Alessandro Di Battista che si prepara a rientrare in parlamento con i M5s (proprio ieri è stata portata una modifica ad hoc alla regola sui sei mesi di iscrizione che glielo avrebbe impedito). “Chi conosce Di Maio, lo evita”, dichiara Di Battista forte della lunga frequentazione. Si sa, amicizia e gratitudine non abitano la politica. E i Cinque Stelle hanno voglia di dare un taglio netto con il passato: “Presenteremo una squadra di governo con una lista dei ministri abbiamo delle sorprese, avremo personalità di grande competenza”, ha detto Conte.