Riempire Piazza del Popolo. Ma per cosa? Contro chi? Insieme a chi? Nel giorno della manifestazione del Pd a Roma le incognite superano di gran lunga le certezze. Si era partiti per una mobilitazione sulla sanità pubblica, poi è scoppiata la guerra in Medio Oriente e i dem hanno virato sulla pace. Nel frattempo si è cominciato a parlare di riforma costituzionale. E allora il Pd scenderà in piazza per tutto, con il rischio concreto di non far passare nessun messaggio. A sentire le dichiarazioni che arrivano dal Nazareno apprendiamo che il partito sarà a Piazza del Popolo “per la sanità”. Ma anche “per i diritti”. “Per la pace in Medio Oriente”, ma senza dimenticare “il salario minimo”. Infatti ci sarà la possibilità di poter sottoscrivere la proposta di legge unitaria sul compenso legale a nove euro l’ora. Poi ci sarà spazio per l’immigrazione e pure “per la giustizia giusta” e la scuola.
Tante istanze per una chiamata alle armi che rischia di diventare un pout pourri di spinte diverse e forse contrapposte. Non a caso, il claim della manifestazione di oggi è il più generico possibile: “Per un futuro più giusto – l’alternativa c’è”. L’unico collante della piazza, dunque, sembra essere l’opposizione al governo di Giorgia Meloni. “In piazza per l’alternativa alle destre”, dice a Il Manifesto la deputata e vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo, fedelissima della segretaria Elly Schlein. Lo ripete Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria dem: “Scendiamo in piazza per costruire un’alternativa a una destra sempre più pericolosa”. Mentre Sandro Ruotolo, componente della segreteria dem, menziona anche un altro tema, quello dell’opposizione alla legge sull’autonomia differenziata: “Sarò in Piazza del Popolo perché penso che la legge sull’autonomia differenziata divida il Paese in due”. Marta Bonafoni, un’altra pretoriana della segretaria, spiega che lei andrà in piazza anche “per la giustizia climatica”. Insomma, non manca niente. L’impressione è che ognuno manifesterà per ciò che più gli sta a cuore. In ordine sparso. Tra i dirigenti politici, interverranno solo la leader Schlein e Stefano Bonaccini, presidente del Pd e dell’Emilia Romagna, sfidante della segretaria all’ultimo congresso.
Ma, come dicevamo, l’obiettivo della macchina organizzativa del Pd è quello di riempire la piazza a tutti i costi. Soprattutto per non sfigurare davanti alla partecipata manifestazione della Cgil del 7 ottobre scorso. Perciò al Nazareno cercano di compensare la mancanza di una parola d’ordine chiara con l’organizzazione. Da molte settimane il responsabile organizzativo della segreteria, Igor Taruffi, molto vicino a Schlein, è in contatto costante con i responsabili provinciali e regionali del partito, con lo scopo di portare a Roma più iscritti possibili. Arriveranno nella Capitale 175 pullman e sette treni speciali da ogni parte d’Italia. “L’importante è riempire la piazza, anche se non sarà facile, date le premesse”, spiega a Il Riformista un dirigente del Pd. Ci sarà Giuseppe Conte, con una delegazione del M5s. Con lui anche Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli dell’Alleanza Verdi-Sinistra italiana. Mancherà invece il segretario della Cgil Maurizio Landini, che ieri ha incontrato proprio Conte nella sede dei pentastellati a Via di Campo Marzio, a Roma. Una circostanza che preoccupa molto il Pd. L’assenza del numero uno del sindacato rosso fa venire meno il soccorso dell’efficiente macchina organizzativa della Cgil. Tra i parlamentari del Pd non manca nemmeno chi controlla le previsioni del tempo, sperando che su Piazza del Popolo splenda il sole.
E però la preoccupazione più grande, ai piani alti del Nazareno, è l’infiltrazione di gruppi estremisti vicini alla causa palestinese e perfino ad Hamas. Per questo motivo Schlein ha resuscitato il “servizio d’ordine”. Con il compito di impedire l’esposizione di bandiere palestinesi e israeliane. Consentiti, invece, i vessilli del Pd e quelli arcobaleno della Pace. Tanti temi, poche bandiere.
