È ufficialmente iniziata questa settimana la tanto attesa campagna elettorale per il rinnovo dei componenti togati del Csm. Le elezioni sono state fissate per il fine settimana del prossimo 17 e 18 settembre e le varie correnti stanno finendo di schierare i propri candidati. Una corrente che però aveva già rotto gli indugi da tempo, senza attendere l’approvazione della legge di riforma e quindi senza conoscere quello che sarebbe stato il meccanismo elettorale, è Unicost, il ‘correntone’ di centro di cui Luca Palamara è stato per anni la punta di diamante. Per ironia della sorte, nel collegio numero due per i pm, Unicost ha deciso di candidare Marco Bisogni, in forza alla Dda di Catania e che si è costituito parte civile nel processo di Perugia contro Palamara per corruzione.
Secondo i pm umbri, il solito avvocato Piero Amara (quello della Loggia Ungheria), tramite il faccendiere Fabrizio Centofanti, aveva chiesto a Palamara un intervento per penalizzare Bisogni, all’epoca pm di Siracusa, impegnato in alcune indagini nei suoi confronti. Amara, in particolare, aveva architettato contro Bisogni un esposto disciplinare di cui il procuratore generale della Cassazione aveva però chiesto l’archiviazione. A quel punto sarebbe intervenuto Palamara facendo in modo che la sezione disciplinare, di cui faceva parte, effettuasse l’imputazione coatta per Bisogni. Per la cronaca il pm siciliano era stato poi assolto da tutte le accuse ed il giorno della sentenza Palamara non era nemmeno presente in udienza. Il nome di Bisogni compare poi nelle chat di Palamara subito dopo l’assoluzione, a marzo del 2018. Il Csm sta nominando in quel periodo i nuovi componenti della Struttura tecnica per l’organizzazione (STO), un ufficio che ha lo scopo di dare supporto organizzativo alle varie commissioni di Palazzo dei Marescialli.
Una sorta di ‘pensatoio’ nel quale i suoi componenti, a cadenza periodica, inizialmente ogni due settimane, vengono a Roma ed elaborano progetti, effettuano analisi, si rapportano con gli uffici del ministero della giustizia. Si tratta di un posto ambitissimo tra i magistrati perché fornisce titoli per eventuali incarichi futuri. I posti vengono assegnati, ovviamente, in base ai rapporti di forza delle correnti al Csm e all’epoca Unicost era il gruppo di maggioranza. Scrive il togato Massimo Forcini, uno dei capi di Unicost al Csm insieme a Palamara: “Su nostra indicazione Masi (Rossella) e Bisogni, su indicazione di Mi (Magistratura indipendente) Bortolotti (Francesca) su Area Milto De Nozza”. I componenti del Csm prendono atto, senza che nessuno abbia alcunché da dire. Evidentemente la vendetta di Amara era solo una millanteria.
