"Era come un fratello maggiore"
Morte Armando De Martino, il ricordo del professor Nunziante: “Dalle partite a tressette alla goduria per il nostro Napoli”
Riceviamo e pubblichiamo il ricordo del professor Luciano Nunziante letto l’11 maggio 2023 nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli in ricordo di Armando De Martino, scomparso all’età di 85 anni:
Ad altri è spettato il compito di ricordare la grande figura scientifica di Armando De Martino per gli studi giuridici e storici sul Mezzogiorno d’Italia, o il suo impegno politico-istituzionale. Per me, figlio dell’Ingegnere Gregorio Nunziante, uno dei fondatori del PCI napoletano, quella di Francesco De Martino storico leader nazionale del partito Socialista, era una famiglia di amici e Armando per me era un po’ come un fratello maggiore.
Ricordo le prime esperienze di politica universitaria degli anni ’60 vissute insieme nell’UGI, e poi nella nuova sede del PCI di via dei Fiorentini progettata da Cosenza e Nunziante, dove chiamati dai giovani dirigenti Eugenio Donise e Mario Catalano ci si riuniva con Salvatore Bisogni, Guido Sacerdoti, Massimo Menegozzo, Renato Carpentieri, Geppino Cilento, Franco Coppola, Wanda D’Alessio, Calogero Palermo, Paolo Viviani, Pietro Filippone, Vittorio Fiorillo, Peppe Gentile e tanti altri, per discutere i problemi di Napoli e il superamento del laurismo delle mani sulla città.
Poi, ben prima del ’68 scoppiò il movimento universitario di massa, con le lotte a fianco degli operai metalmeccanici in cui crebbe un ceto intellettuale e professionale che porterà negli anni ’80 alla sconfitta della Democrazia Cristiana di Gava e alla conquista del Municipio di Napoli da parte della sinistra con Maurizio Valenzi sindaco nei difficili anni del terrorismo e del terremoto. Esperienza continuata poi da Antonio Bassolino, sindaco di Napoli negli anni ’90 e poi alla presidenza della regione Campania. Ma oggi io, su richiesta dei figli di Armando, ho lo spazio e il privilegio di potere ricordare Armando De Martino da un altro punto di vista: quello del rapporto di amicizia rigenerato in età matura e sviluppato intorno al gioco e allo svago, mentre lui già valido docente andava ancora a tenere supplenze di diritto in Calabria a vantaggio di qualche suo allievo.
Infatti da quasi trent’anni per iniziativa di Mario Colucci, economista all’Orientale che ha certo il grande merito della caparbia continuità, con diversi amici di variegata estrazione abbiamo formato un gruppo di giocatori di tressette che ha preso l’abitudine di incontrarsi ogni venerdì sera per giocare a questo gioco psicologicamente complesso, e per questo di grande fascino, e nello stesso tempo per creare occasioni di dibattito e confronto in accompagnamento alle gustose cenette preparate a turno dal giocatore ospitante.
Questa visuale insolita si è illuminata a sprazzi di un caleidoscopio di personalità, molte delle quali sono scomparse, che in periodi diversi hanno portato la loro esperienza non solo al tavolo da gioco, ma fornendo in realtà un fecondo e ricco contributo di idee e posizioni sulla vita sociale e politica della città e della società meridionale.
Geppino Imbucci, docente di storia dell’Università di Salerno, stimola l’interesse verso le vere ragioni psicologiche del gioco, e dell’azzardo nel gioco, come spinta alla autodistruzione. Oreste Greco che, da docente e preside in oltre 20 anni di attività con grande umanità e capacità professionale, ha costruito dal niente la facoltà di Ingegneria della II Università di Napoli. Vito Cardone, ultimo preside di Ingegneria dell’Università di Salerno, che seguendo le orme di Raimondo Pasquino ha condotto quella facoltà a livelli di eccellenza. Gigi Sico, grande studioso ed esperto di diritto internazionale, capace però di rimproverare duramente chiunque sbagliasse una giocata. A casa di Gigi erano epiche le laute cene preparate dalla moglie Maria Rosaria, anch’essa giocatrice, che poi alla scomparsa di Gigi fu ammessa a partecipare al tavolo da gioco. Carlo Meola, il geniale docente di “Fluidodinamica numerica” mio fraterno compagno di facoltà per diversi decenni, dall’eloquio affascinante e colto quanto eclettico, inventore di giocate singolari e talvolta masochiste, come ad esempio quella di iniziare il gioco piombando un asso.
E ricordo tanti altri che si sono avvicendati nel gioco: gli elettrotecnici Luciano de Menna e Gino Egiziano-detto il maestro- i fisici Vanni Criscuolo e Chicco Nicodemi, l’indimenticabile Pietro Postiglione e il metalmeccanico Salvatore Stanzione: da sempre il più raffinato e geniale tressettista del gruppo. Le giocate portavano a vincite di qualche euro che consentivano di tenere una classifica di merito aggiornata, la quale a Giugno, alla fine dell’ “anno accademico” portava alla proclamazione del vincitore di turno.
In questo caleidoscopio Armando de Martino, da me appellato quale “Presidente Onorario” in scherzosa contrapposizione al ruolo di “Segretario” del gruppo dato a Mario Colucci, con la sua personalità equilibrata, il suo tratto distinto e corretto ma anche sornione, è stato nelle discussioni sull’argomento del giorno sempre decisivo nel contribuire a posizioni equilibrate e di grande correttezza. Quando Armando in una serata risultava vincitore di qualche euro, noi per prenderlo in giro gli dicevamo che la vincita gli avrebbe permesso l’indomani di potere acquistare la benzina da quella benzinaia dagli occhi verdi per andare a volare con il suo aereo, passione sportiva che continuava a coltivare sempre con grande gioia, cercando sempre, ma invano, di coinvolgere qualcuno di noi.
Quando nel marzo 2020 scoppiò l’epidemia da Covid 19, a causa del lockdown il gruppo del tressette andò in crisi. Per fortuna però l’attività poté continuare in modo virtuale e a distanza grazie al “Tressette online.it” un gioco su rete al quale venni iniziato da mio figlio Luca. Non fu facile con questa comitiva molto lontana dall’essere “nativa digitale” affrontare il gioco su rete tramite computer, con la complicazione del drag and drop per giocare la carta, che si aggiungeva alla obiettiva complessità del gioco. A queste difficoltà si sommava poi quella di comunicare direttamente come se fossimo tutti al tavolo da gioco pure essendo ognuno a casa propria, cosa che ottenevamo o tramite whatsapp o con skype con la condivisione video: ricordo che per alcuni mesi le nostre urla “non ho campo…” , “esci dal tavolo e rientra..” , “vai sul banner… e rientra nella sala” , “c’è un blackout del wifi..” disturbavano i vicini a grande distanza.
E comunque negli ultimi tre anni siamo riusciti a giocare con una certa regolarità, mantenendo questo minimo di socialità ludica, pur avendo perso completamente il piacere della cena in comune e della discussione sul tema del giorno. Uno dei più acuti rimpianti del periodo del tressette de visu del venerdì sera risiede nel fatto di non potere più andare con Ornella a casa di Armando, accolti sempre con la splendida e signorile ospitalità di Fausta, Armando, Marco e dei suoi figli, in quelle stanze tappezzate di foto, scritti e ritratti, testimonianze di grande civiltà e decoro nella semplicità, a sentire i racconti dei viaggi a New York, della vacanza con Dario in Sicilia, dei successi professionali di Dario, di Francesco, di Marco, di Francesca, o a esultare per qualche successo del Napoli di cui Armando, Fausta e tutta la famiglia sono sempre stati tifosi accaniti.
Ma comunque, Armando, quando arriverà quel momento bello per il Napoli sono certo che mi giungerà come sempre il tuo messaggio whatsapp “sto godendo”, e io ti risponderò come al solito “e nun se vonno stà”.
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