L’autopsia sul corpo di Riccardo Pica, il 16enne morto lo scorso 26 febbraio al parco della Madonnetta, ha portato alla luce una tremenda verità. Un uomo in bicicletta impugnando un’accetta lo rincorse per 500 metri poi Pica si accasciò e morì. Dalle fotografie del fatto acquisite dagli inquirenti è visibile la dinamica dell’inseguimento e i testimoni avrebbero confermato con le loro versioni lo svolgimento dei fatti.
L’uomo, un clochard che dimorava nell’abbandonato Punto Verde Qualità di proprietà dell’Ama nel parco della Madonnetta, sarebbe sceso dalla bicicletta e armato di accetta avrebbe minacciato Pica e i suoi amici che si sarebbero prima nascosti dietro dei cespugli e poi fuggiti via.
I testimoni hanno tutti confermato questi fatti, durante la corsa Riccardo avrebbe detto “non ce la faccio più” e poi si sarebbe accasciato. Nei confronti dell’uomo c’erano già state molte segnalazioni per la sua pericolosità. Successivamente al fatto ha ricevuto decreto penale di condanna per porto illegittimo di armi, in precedenza denunce per rapina aggravata e aggressione. Alcuni fatti si erano già verificati all’interno o nei pressi del parco della Madonnetta.
Pica, da quanto emerge dall’autopsia, ha subìto un evento aritmico con alterazione della funzionalità ventricolare sinistra ed edema polmonare acuto, derivante dalla disfunzione cardiaca. Si è verificata quindi un’insufficienza cardiocircolatoria acuta irreversibile su base verosimilmente aritmica in soggetto portatore di ipertrofia ventricolare sinistra di lieve entità e dimensioni ridotte dei due rami coronarici di sinistra. Esclusa la presenza di eventi traumatici riferibili all’azione di terzi.
È stata accertata una anomalia cardiaca strutturale consistente in una lieve ipertrofia miocardica ventricolare sinistra, presenza di tessuto fibro-adiposo a livello del nodo seno-atriale. Questa condizione ha innescato l’evento aritmico alla base dello scompenso cardiaco ed il conseguente arresto cardiocircolatorio. L’autopsia ha accertato una predisposizione ad eventi cardiaci acuti. L’evento quindi sarebbe il risultato di tre elementi: anomalia cardiaca, lavoro muscolare, circostanza emotiva dovuta a spavento, verificatosi verosimilmente durante la fase di inseguimento, in un cuore già sottoposto cronicamente ad un surplus di lavoro.
“Combatterò in prima linea” aveva detto la madre di Riccardo Pica Daniela Salustri su Facebook, candidata al consiglio del decimo municipio ora a guida M5s per Fratelli d’Italia. Una decisione che ovviamente è legata a doppio mandato con la tragedia del figlio. “So che questa mia scelta sarà criticata e che mi diranno che sto strumentalizzando la morte di mio figlio per buttarmi in politica, ma non è vero – spiega – dico solo che se questa mia decisione servirà a risolvere il problema di un parco abbandonato per cinque lunghi anni e diventato una fonte di insicurezza estrema per tutti nonostante gli appelli di residenti e carabinieri, allora ben venga la strumentalizzazione. Io farò qualsiasi cosa per trovare una soluzione che il Comune non ha voluto o saputo trovare. Criticate pure me, io chiedo solo rispetto per la memoria di mio figlio”.
Daniela Salustri ha fatto causa al Comune per non aver garantito la sicurezza e aver abbandonato una struttura che è patrimonio pubblico. Anche dopo la tragedia l’amministrazione comunale e municipale non ha fatto nulla per mettere in sicurezza il centro sportivo, struttura di migliaia di metri quadrati che ospita anche due asili tutt’ora abbandonati, e che fino al 2015 era il fiore all’occhiello del quartiere.
“A me personalmente piacerebbe che il centro torni a essere quello che era: un punto di riferimento per tutti e soprattutto per i disabili – confida Salustri, 44 anni, lavora come donna della pulizia presso un supermercato di Acilia, dove vive da quasi 30 anni – Altrimenti mi batterò per demolirlo e intitolare quell’area a mio figlio. Di sicuro posso solo promettere che metterò tutto il mio impegno sul parco, e anche su tutto il resto naturalmente. Per me ormai è diventata una questione di vita personale”.
