Oggi è il giorno: o Nikki passa l’esame delle primarie nel New Hampshire, o è morta. Il fatto nuovo è che l’ambiziosissimo governatore della Florida Ron DeSantis ha dato forfait perché la legnata presa nell’Iowa l’ha considerata irreparabile. Ma ha fatto di più: ha dato come indicazione ai suoi elettori di votare Donald Trump contro Nikki Haley, l’ultima donna rimasta in piedi. Trump è al settimo cielo del suo incontrollato, ma non ingiustificato, narcisismo, perché ha visto il traditore DeSantis convergere pentito sul suo nome, e non su quello della Haley oggi stesso perché è oggi che in New Hampshire si svolgono primarie del giro di boa per ogni candidato. La storia insegna: da questo Stato si esce vivi o morti, no zombie. E la Haley teoricamente potrebbe farcela. Ma sarebbe un vero miracolo.
Finora è stata sotto di venti punti, ma il New Hampshire è uno Stato in cui pullulano gli indipendenti non iscritti a un partito e girano anche molti trumpiani delusi o anche solo scontenti: non proprio nemici di Trump, ma preferirebbero un presidente meno protagonista di cause giudiziarie, si tratti di processi fiscali e edilizi come nello Stato di New York, oppure per comportamento lesivo delle istituzioni, come in Georgia o in Colorado e nel Maine le cui Corti Supreme non lo vorrebbero candidato a causa dei suoi atteggiamenti incompatibili con la carica presidenziale. In teoria, i voti per la Haley, voti di destra ma meno chiassosi ci sarebbero ma, si interrogavano gli analisti, ha davvero avuto abbastanza tempo, l’ex ambasciatrice americana all’Onu, per raggiungere il cuore degli ex sodali di DeSantis e gli insoddisfatti – ma non proprio nemici – di Trump? Difficile alchimia, ma la riposta è no. Nikki non ha avuto tempo a sufficienza perché si tratta di operazioni che di tempo e denaro ne richiedono molto. In compenso, molti ex sostenitori di DeSantis non intendono votare Trump nemmeno se glielo consiglia il loro ex candidato e quindi si sentono liberi di versare i loro contributi nelle casse della campagna pro-Haley. Ieri sera compravano spot televisivi: bisogna vedere se sufficienti perché gli spot o i social producono voti secondo algoritmi come se fossero slot machine, e non bastano le ultime ventiquattr’ore.
La Haley ci prova lo stesso e si è gettata in quest’ultima mischia perché le speranze non sono morte: in New Hampshire, delusi più indipendenti fanno un buon quaranta per cento nell’area repubblicana e Nikki spera di convincere di tirarsi dietro il grosso facendo passare un messaggio difficile siamo meglio di Trump, ma non nemici di Trump. È un gioco da equilibristi perché questi elettori indecisi vogliono una alternativa netta a Trump, mentre altri vorrebbe digerire con calma.
La Haley è stata accusata di non aver saputo attaccare Trump senza attaccare anche Biden: “Né Trump né Biden, paralizzati da tutti i loro processi e guai, hanno saputo offrire al Paese uno straccio di visione: che America vuole Trump? Che America ha in mente Biden?”. L’equiparazione non è piaciuta, dicono i sondaggi. E Trump?
Trump è trionfante: Ron DeSantis poteva ancora essere una spina nel fianco, ma Nikki, già con quel nome che nasconde quello suo vero e impronunciabile, pagherà il fio del suo tradimento. Mentre leggete questo articolo si stanno già aprendo le urne e i sondaggisti davano a tarda sera una miracolosa parità, ciò che potrebbe ridar fiato alla Haley che vuole una Casa Bianca amica dell’Europa e non volta al Pacifico. Le hanno confermato che molti elettori di DeSantis non hanno intenzione di votare Trump perché non dimenticano le battute feroci contro il loro candidato al quale aveva appioppato il soprannome “DeSanctimonious”, una storpiatura blasfema che fonde il santo col demonio. Gli ultimi polls davano ieri notte Trump al 57, Haley al 38 ma in attesa dei voti ex DeSantis e i blog russi assicurano che Vladimir Putin segue la scalata di Trump con gioia e nervosismo da quando l’ex presidente gli ha lasciato intendere che avrà via libera, se vince lui, su Polonia e Repubbliche Baltiche, non parliamo della povera Ucraina, difesa in campo repubblicano soltanto da Nikki Haley per la quale con le lacrime agli occhi fa il tifo Volodymyr Zelensky.
