“Non c’è una data per la riapertura delle scuole”, il ministro Bianchi evoca la Dad anche dopo Pasqua

Dopo Pasqua si tornerà in classe? La domanda che si fanno genitori, studenti ed insegnanti per ora non trova risposta, o meglio, una anticipazione che non farà felice nessuno. “Non c’è un orizzonte per la riapertura, è la nostra capacità di essere uniti che ci dà l’orizzonte, la responsabilità non è solo del governo è di tutto il Paese”, sono le parole riferite dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nell’ambito del seminario sull’autonomia scolastica organizzato da Valeria Fedeli e Luigi Berlinguer.

Bianchi che è finito al centro di uno scontro politico con il suo predecessore al Miur, l’ex ministro grillino Lucia Azzolina, che al tecnico scelto dal premier Mario Draghi ha ricordato che ci sono circa 6 milioni di studenti a casa “ed è facile prevedere che nel giro di poche ore il numero crescerà ancora. Dispiace vedere tutta questa rassegnazione come se la chiusura delle scuole fosse un evento ineluttabile”.

Dalla Azzolina non è mancata anche una seconda polemica nei confronti del titolare dell’Istruzione: “Dove sono finiti i test a tappeto? Io li ho pretesi per mesi”.

Da parte sua quindi Bianchi ha risposto evidenzia come “quando abbiamo dovuto prendere le decisioni inserita nel Dpcm per le scuole non è stato facile, è stata una scelta difficile ma responsabile: la variante inglese colpisce i più giovani. Se saremo in grado di assumerci l’onere di fare squadra contro la pandemia, questa si ferma, altrimenti questa continua. Insieme è la risposta forte a dare”.

Insomma, tutto resta legato all’andamento dei contagi: con il rischio che aumentino le zone rosse sempre più studenti potrebbero restare in DAD, mentre a livello locale si fa sempre più ampio il fronte dei governatori che autonomamente hanno deciso di dire ‘stop’ alla didattica in presenza per il timore di una esplosione dei contagi tra i più giovani per la variante inglese.

Ma di fronte alla chiusura delle scuole quello che emerge con chiarezza è la necessità di dare risposte veloci alle famiglie alle prese con la DAD. Per questo nel decreto ‘Sostegni’ che dovrebbe ricevere il via libera in settimana ci saranno fondi per le famiglie destinati ai congedi e ai bonus babysitter.

Nel suo intervento al Senato il ministor ha anche promesso col decreto ‘Sostegni’ “interventi specifici sull’autonomia scolastica per consentire ai dirigenti di avere risorse. In particolare per quel che riguarda il Sud. Diritto all’istruzione e all’apprendimento permanente per una società e un’economia della conoscenza e il superamento di ogni disuguaglianza”.

Ma per Bianchi, oltre alle riaperture, c’è una seconda grana da risolvere: quella dei figli dei lavoratori in comparti “essenziali” come medici e infermieri. Inizialmente con una circolare del 4 marzo scorso il Miur aveva autorizzato i presidi ad accogliere per la didattica in presenza, oltre agli studenti disabili e a quelli con bisogni speciali e a quanti hanno diritto alle ore in laboratorio (nelle scuole superiori), anche i figli di genitori che svolgono lavori “essenziali”. Ma di fronte alle richieste da parte dei genitori lo stesso Ministero ha fatto marcia indietro: manca il decreto e la categoria non è definita da nessuna legge, quindi i figli dei medici non potranno essere in classe.