Le varianti del coronavirus che si sono diffuse su tutto il territorio italiano sembrano colpire di più i giovani rispetto alle altre fasi dell’emergenza. L’età media del contagio in questa fase, come riferito dal direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute Gianni Rezza, è intorno ai 44 anni. Un report dell’Istituto Superiore della Sanità (Iss) ha stimato che tra metà gennaio e metà febbraio, per la prima volta dall’esplosione della pandemia, l’incidenza dei casi negli under 20 ha superato quella nelle altre fasce d’età: 150 casi per 100mila abitanti.

Sono, nello specifico, poco meno di 200 per la fascia 14-19 anni. Più basso il dato nella fascia 11-13 anni e in quella 6-10 anni, in quella da 0-3 anni è di 100 positivi. Tra i giovani sono comunque molto rare le forme gravi. Ma perché i nuovi ceppi, e in particolare il B.1.1.7, conosciuto come variante inglese, colpisce così tanti giovani?

“Essendo molto contagioso il ceppo B.1.1.7 si trasmette ed entra nelle nostre cellule più facilmente rispetto al virus originario, dato che lega meglio il recettore Acea – ha detto al Corriere della Sera l’immunologa dell’Università di Padova Antonella Viola – ciò che cambia tra giovani e adulti è il comportamento. I ragazzi stanno insieme, formano gruppi, fanno feste, ove possibile. A scuola è difficile tenerli separati per tutto il tempo, inclusi i momenti dell’entrata e uscita. Ecco perché ritengo che, vista la situazione attuale sia giusto attuare la didattica online nelle regioni che vanno peggio, come la Lombardia. Abbiamo di fronte un virus diverso da quello dello scorso anno. Gli adulti e gli anziani forse perché più consapevoli dei rischi, stanno attenti a evitare occasioni di possibile contagio. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui la fascia degli under 20 negli ultimi mesi risulta la più colpita dall’infezione”.

Sono 20.765 i nuovi contagiati nelle ultime 24 ore. Il dato è stato diffuso dal bollettino quotidiano del ministero della Salute sull’emergenza coronavirus. I morti sono stati 207 vittime. Il rapporto tamponi-positivi è salito, rispetto a ieri, al 7,6%. Ieri era al 6,6% il rapporto, con 23.641 casi e 307 vittime. Oggi i test processati in tutto sono stati 271.336.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.