Nessuno crede più che esistano leggi precise nella Storia, come invece pensavano Giambattista Vico e Carlo Marx. Ma è sicuramente vero che la Storia è, e resta, maestra. Serve a spiegare o, almeno, ad aiutare a comprendere per analogia, anche eventi estranei al suo ambito. Ad esempio, fenomeni di un’altra Storia, quella Naturale. Alessandro Magno, vendicatore morale della Grecia devastata da Dario e Serse, conquistando in Oriente territori sterminati come mai nessuno prima, dimostra di essere prescelto dagli Dei. Che infatti lo accolgono tra loro a soli 33 anni… I suoi fidi generali, i Diadochi, col cadavere del loro signore ancora tiepido, cominciano a scatenare una rissa di tutti contro tutti, che si concluderà con lo smembramento dell’impero neonato e la fondazione dei quattro Regni Ellenistici. Risultato? A volte le dispute si concludono con una divisione in aree di giurisdizione.

I quattro regni sopravvivranno fino alla conquista romana. L’ultimo regno superstite sarà annesso da Ottaviano dopo la vittoria di Azio e il suicidio di Antonio e Cleopatra. Antonio e Ottaviano erano entrambi parenti di Giulio Cesare e sodali nel Secondo Triumvirato. Avrebbero potuto andare d’amore e d’accordo e spartirsi abbastanza pacificamente le sfere di influenza dell’Impero, Ottaviano l’Occidente e Antonio l’Oriente, come faranno più tardi Arcadio ed Onorio. Invece non ci fu verso. Tanto dissero e tanto fecero che alla fine solo uno rimase padrone incontrastato. Qual è quindi la morale? Quando ci si contende il comando di un impero, benché gli avversari possano essere stati amici, o possano essere addirittura parenti, gli esiti possibili sono solo due: o si arriva a definire dei domini autonomi, come nel caso dei Regni Ellenistici, oppure il più forte o più abile sgomina gli avversari e si impone quale unico trionfatore. Come Ottaviano, che diventa Augusto. Con questa premessa, torniamo alla Storia Naturale.

Anche le varianti del Coronavirus, quella Inglese, quella Brasiliana, quella Sudafricana, e le altre che stanno comparendo, sono legate da vincoli di parentela. Discendono tutte dal Coronavirus che si è diffuso in Europa all’inizio del 2020, battezzato Sarscov2, a cui si deve la sindrome Covid19. Importante la distinzione: il Coronavirus (originario) è il Sarscov2, la malattia che produce è il Covid19. Generazione dopo generazione, il Sarscov2 si è progressivamente trasformato, dando origine alle diverse varianti. Se vi incuriosisce come sia potuto accadere, vi rimando all’articolo del 30 Dicembre 2020, in cui è spiegato con dovizia di particolari e di metafore. Le varianti del Sarscov2 si contendono il dominio sul territorio o, più propriamente, sulle popolazioni che abitano quel territorio. Possiamo sfruttare l’analogia con gli eventi storici precedenti per ricavare un insegnamento? Cioè è lecito domandarsi se l’evoluzione sarà di uno di due tipi sopra descritti: o come per i Diadochi (con la prevalenza di una certa variante in una zona e di un’altra variante in un’altra zona), oppure come per i Triumviri (con l’egemonia di un’unica variante, a scapito di tutte le altre)? La risposta è sì: in assenza di contrasto efficace, questi sono i due scenari possibili.

Le varianti del Coronavirus, così come -in generale- tutti gli esseri che competono per imporsi all’interno della stessa nicchia ecologica, sono colonizzatori alla conquista di territori. Il territorio delle varianti del Coronovirus, per nostra disgrazia, siamo noi. Il colonizzatore che ha successo è quello che riesce a insediarsi nel territorio usando le armi e le strategie migliori. La forza di un virus, a differenza di quanto comunemente si pensa, non è nella sua capacità di sopraffare l’ospite. Un virus così violento da diventare letale sta facendo il guadagno di Maria Calzetta. L’ospite che il virus parassita è la sua casa e la sua assicurazione sulla vita. Per il virus, uccidere l’ospite equivale ad avvelenare la pozza da cui beve. Dunque lo scopo del virus non è uccidere l’ospite, anzi non è neanche di farlo stare male. La malattia che il virus produce o è un effetto collaterale indesiderato, perché l’organismo reagisce in maniera incontrollata all’infezione, o è una strategia del virus, quando la malattia ha effetti che favoriscono la diffusione del virus ad altri ospiti. Ad esempio, la tosse e gli starnuti, che spesso accompagnano il Covid, agevolano l’emissione delle goccioline fisiologiche, i droplets, attraverso cui il virus si trasferisce in nuovi ospiti.

Perciò il successo di un virus (dal suo punto di vista) è proporzionale alla sua capacità di diffondersi e di insediarsi stabilmente dentro i nuovi ospiti. Le diverse varianti del Covid in competizione tra loro non si affidano alle Falangi come i Diadochi, o alle Legioni come i Triumviri, ma all’abilità di contagiare l’ospite e alle proprie spike per eludere le difese delle cellule. Le spike, cioè le spine che emergono dalla superficie del virus, sono le chiavi contraffatte con cui il Coronavirus apre le serrature della parete delle cellule e si introduce al loro interno. Le Varianti differiscono principalmente per la natura chimica delle spike, che le rende più o meno idonee a penetrare rapidamente nelle cellule. La Variante dotata della spike più raffinata si insinua nelle cellule con maggiore destrezza e si replica più in fretta. Il risultato è una maggiore produzione di virus di quel tipo, che quindi tendono ad imporsi sui virus del ceppo originario. I dati relativi alla Variante Inglese, ad esempio, sono molto eloquenti.

In Friuli Venezia Giulia l’incidenza della Variante Inglese, rispetto al Sarscov2, è cresciuta in due settimane dal 5%, dato registrato il 4 febbraio, al 26%. In provincia di Pescara, secondo le ultime rilevazioni, addirittura l’80% dei casi esaminati è riconducibile alla Variante Inglese. In Abruzzo sta soppiantando il virus arrivato un anno fa e lo sta facendo in tempi brevissimi. Se gli avversari fossero solo il Sarscov2 e la Variante Inglese, saremmo nelle stesse condizioni di Ottaviano e Antonio. Uno eliminato e l’altro padrone del campo (anzi peggio, perché Ottaviano dovette tribolare parecchio per imporsi e l’esito della lotta fu a lungo incerto).

Ma accanto alla Variante Inglese stanno emergendo quella Brasiliana, quella Sudafricana, e adesso sembra anche una nostrana, la Partenopea. La Variante Inglese sta sbaragliando la concorrenza del Sarscov2, ma sarà altrettanto superiore alle altre Varianti? Forse, o forse no. Non possiamo ancora dirlo, mancano i dati sperimentali. Potrebbe darsi che nessuna Variante riesca a prevalere sulle altre e si assisterà alla preponderanza di diverse Varianti in diversi ambiti. “Ambito” va inteso in senso lato, potrebbe essere una zona geografica, oppure una certa fascia di popolazione, ad esempio giovani o anziani, oppure una classe di individui con caratteristiche genetiche omogenee. Insomma, le Varianti si comporterebbero come i Diadochi.

Se i vaccini predisposti per il Sarscov2 originario siano efficaci su tutte le Varianti finora rilevate è attualmente oggetto di studio. Sembra proprio che il vaccino Pfizer immunizzi anche dalla Variante Inglese, ma è meno sicura l’azione sulle altre Varianti. Per pronunciarsi bisognerà raccogliere un campione più ampio di dati epidemiologici. Ma una cosa è certa. Le Varianti saranno sempre più numerose, e sempre più differenti le une dalle altre, man mano che passa il tempo. Generazione dopo generazione i virus mutano, come d’altronde tutti gli esseri viventi, e nessuno riconoscerebbe la discendenza di un canarino e un tirannosauro dal loro antenato comune.

Eppure duecento milioni di anni fa hanno avuto lo stesso progenitore. Dunque è una corsa contro il tempo: più rapidamente si procederà alle vaccinazioni, meno tempo si darà al virus di diversificarsi ulteriormente e più efficaci saranno i vaccini disegnati per il Sarscov2 nei confronti di Varianti, che non potranno essere troppo difformi dall’originale. Un esercito antico in grado di sconfiggere le Falangi di Alessandro, avrebbe prevalso anche su quelle dei suoi generali ed eredi. A meno che… non avesse concesso alle Falangi il tempo necessario per progredire negli armamenti, sostituendo aste e scudi con mitragliatrici e granate.