Il mantra è uno solo: “Accelerare sui vaccini”. Lo ha ripetuto, anche nella telefonata di ieri, il Presidente del Consiglio Italiano Mario Draghi alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. È il primo punto all’ordine del giorno in tutti i Paesi Europei, come confermato dal collegamento in videochiamata con tutti i capi di governo dell’Ue della settimana scorsa.

In cima alla lista delle cose da fare c’è quindi il potenziamento della campagna, nonostante tra il leader italiano e la Presidente della Commisione ieri si sia parlato anche di Recovery Fund e di una gestione europea dei flussi migratori. E proprio sulla questione vaccini si registra un’accelerazione dopo l’incontro di ieri tra il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il direttore generale Enrica Giorgetti, il direttore del centro studi Carlo Riccini e il presidente Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) Giorgio Palù, il commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo e il sottosegretario alla presidenza Franco Gabrielli.

L’incontro si è tenuto al Mise: diverse le aziende italiane disposte a produrre il vaccino contro il coronavirus in quattro o sei mesi. In particolare il ministro Giorgetti ha verificato la disponibilità a produrre il bulk: il principio attivo e gli altri componenti del vaccino anti-covid. Le condizioni ci sarebbero anche per la fase dell’infialamento e della finitura. Massimo riserbo sulle aziende che saranno coinvolte. Durante il vertice è stato confermata la volontà del governo di realizzare un polo per la ricerca di farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati ed è stato mandato ai rappresentanti competenti di procedere all’individuazione di contoterzisti capaci di produrre vaccini entro l’autunno del 2021.

La settimana prossima, e questo è l’altro fronte caldo sul quale si muove il governo, dovrebbe arrivare il via libera al dl sostegno. Queste le ipotesi in campo secondo Adnkronos: si lavora allo stralcio per le cartelle entro i 5.000 euro di sanzione e interessi inclusi degli 2000-2015 e proroga al 30 aprile per l’invio delle nuove cartelle esattoriali e per i pagamenti della ‘rottamazione ter’ e del ‘saldo e stralcio’ previsti dai dl fiscali dei precedenti governi; proroga dello stop ai licenziamenti al 30 giugno e rifinanziamento della Cig covid non più a settimane ma per tutto l’anno; eliminazione del codice Ateco, intervento su 2milioni e 700mila tra imprese e professionisti, indennizzo previsti con fatturato fino a 5 milioni dimostrando una perdita del 33% mensile nel fatturato del 2019 con rispetto alla media mensile nel fatturato 2020; due miliardi di euro per il piano vaccini, inclusi antivirale, trasporto, somministrazione che coinvolga sia medici di famiglia che farmacisti.

È sempre l’epidemia infatti al centro delle attenzioni del governo. Ieri il consulente per la Regione Lombardia per piano vaccinale Guido Bertolaso ha descritto un’Italia che si dirige interamente, eccezion fatta per la Sardegna, verso la Zona Rossa. “Il contagio è partito molto più veloce di prima a causa delle varianti. Se questa crescita, avvenuta in 10-15 giorni, non trova un’accelerazione nella risposta rischiamo di essere travolti. Noi come altre parti d’Italia”, ha osservato il Presidente dell’Emilia Romagna e Presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini. A preoccupare sono sempre le varianti covid. Ieri record di contagi a Brescia: 1.325 nuovi positivi in un giorno. Il bollettino diffuso ieri dal ministero della Salute ha registrato 20.884 nuovi positivi, 347 le vittime, con tasso tamponi-contagiati al 5,8%. Altre 84 persone sono entrate in terapia intensiva.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.