USA
Omicidio Charlie Kirk, i Maga cercano l’erede. Le mosse di JD Vance e Erika Franztve
All’indomani degli oceanici funerali di Charlie Kirk la grande domanda che attanaglia il mondo conservatore americano è l’inevitabile interrogativo su chi raccoglierà l’eredità del fondatore di Turning Point. Un mondo orfano della sua giovane e carismatica guida, ma per nulla abbattuto dalla tragedia della Utah University, ma deciso a completare e sospingere ulteriormente il progetto rivoluzionario della nuova rivoluzione conservatrice, quella di Kirk appunto, condotta tutta all’attacco nei luoghi simbolo dell’egemonia della sinistra radicale le università. Lì dove l’intolleranza ha raggiunto il suo culmine e dove troppo spesso il fanatismo si è sostituito alla ragione. La forza di Kirk era quella di chi sa duellare con la parola e fa della dialettica lo strumento per demolire slogan e deboli teorie degli avversari.
Omicidio Charlie Kirk, i Maga cercano l’erede
Ma il lavoro di Kirk è stato ed è tuttora qualcosa di molto più profondo non solo per il futuro della sua realtà ma anche per l’intero mondo conservatore americano. Non a caso Kirk è stato l’autore di “The MAGA Doctrine”, e quel mondo Maga deve molto a Kirk per il suo successo nella cornice politica del Trump bis. Perché se la vittoria di Trump è il frutto di una deriva in cui la sinistra liberal si è consegnata all’ala più radicale del partito democratico e alle scelte sbagliate dell’amministrazione Biden, non può essere dimenticato che vittorie come quelle del novembre 2024 non nascono per caso. Sono il frutto di un lavoro certosino, condotto in luoghi precedentemente mai battuti o comunque fon difficoltà dalla vecchia guardia repubblicana. Esempio su tutti il mondo dei college in cui Trump ha spopolato e convinto più della paladina pop Kamala Harris e dell’agenda democratica, respinta da millennials e GenZ, elettorati giovani e tendenzialmente- almeno questa è l’abitudine- proiettati a sinistra.
Le mosse di JD Vance e Erika Franztve
Ed è qui che il lavoro di Kirk è stato non cruciale ma di più. Perché una voce giovane, carismatica e convincente ha saputo strappare tanti giovani all’omologazione di quegli ambienti scolastici e universitari spesso silenziati da quello che si è soliti definire il pensiero dominante. Ora la domanda è chiara: chi sostituirà Charlie? Non solo nella guida dell’organizzazione Turning Point, ma nella conduzione del suo podcast “The Charlie Kirk Show”, e del non casuale “Turning Point live” podcast rivolto proprio alla Generazione Z, quella significativa per il futuro dell’America e del partito repubblicano. La naturale candidata sembra essere l’amatissima e carismatica moglie Erika Franztve, ma anche il vice Presidente JD Vance potrebbe ambire al ruolo di erede politico di quel mondo. Non potrà girare le università mantenendo il “The American Comeback Tour” con il celebre format “dimostrami che ho torto”, ma potrà comunque mantenerne vivo lo spirito e soprattutto drenarne energie e consensi.
L’effetto Kirk c’è e per quanto drammatico e cinico possa sembrare é un vento che i repubblicani non possono perdere, soprattutto alla vigilia delle elezioni di medio termine. La crescita delle richieste di adesione a Turning Point ne sono la prova e in fondo sono l’epilogo di un sacrificio, quello di Kirk che all’indomani della vittoria dj Trump avrebbe potuto serenamente riempire una poltrona, una casella e godere i frutti di una vittoria che in fondo è stata la anche la sua. Ed invece era lì, a lottare e combattere una battaglia che non ha fine, perché l’avversario non si trasforma ma è sempre lì, e il segreto sta nel non abbassare mai la guardia e continuare l’opera. Così ha fatto Kirk ed ora il suo martirio politico è il collante motivazionale più forte, ma anche la spinta di cui i repubblicani avranno bisogno da oggi fino al 2028.
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