Ennio Cascetta è ingegnere, docente universitario e tra i massimi esperti in tema di sistemi di trasporti. Della fase 2 dice “è una fase nuova che va esplorata con intelligenza”. In vista della ripartenza dopo i 50 giorni di lockdown, Napoli si prepara a un diverso uso e una diversa organizzazione del trasporto pubblico. C’è chi prevede un boom di auto in strada. “Non sarebbe la risposta giusta nel senso che si correrebbe i rischio di creare una situazione di congestione e di inquinamento e una perdita di tempo che non sono accettabili”.
Professore come andrebbe affrontata questa situazione?
“Va predisposto un piano della mobilità di fase 2. Piano significa un insieme di misure coerenti che riguardano sia la domanda che l’offerta di mobilità. Per quanto riguarda la domanda bisogna giocare sugli orari delle attività, apertura di negozi e uffici. In questa fase le scuole non ci saranno. Per le diverse attività gli orari dovranno essere sfalsati in modo che si possa ridurre il picco spalmandolo su una fascia oraria più ampia. E se i livelli di trasporto pubblico e traffico sulle strade non saranno accettabili bisognerà prevedere attività a giorni alterni. Quanto all’offerta è chiaro che il trasporto non sarà più utilizzato come nel passato e bisognerà predisporre interventi per controllare il numero di persone a bordo di autobus e treni. Occorrerà ridisegnare la rete delle linee e concentrare più autobus sulle linee forti con frequenze più alte in modo da soddisfare anche con affollamenti minori un traffico paragonabile a quello che avevamo prima. Il tema della riorganizzazione della rete su gomma è possibile, anzi direi auspicabile e da mantenere anche dopo”.
Si parla anche di incentivare l’uso di biciclette. A Napoli sarebbe un’alternativa valida e fattibile?
“Incentivare l’uso della bicicletta e di altre modalità di trasporto dolce va bene, ma senza illudersi credendo che basti incentivarlo perché tutto si traduca in un traffico decongestionato e in un uso dei mezzi pubblici diverso. Bisogna fare le cose seriamente. L’emergenza Covid ci ha insegnato a basare le decisioni su numeri, analisi e seguire l’andamento dell’epidemia ogni giorno. La stessa cosa va fatta per trasporti. Non mi aspetto che questo magicamente possa risolvere i problemi del trasporto pubblico e del traffico di auto private. Siamo in una situazione del tutto nuova”.
Quanto conta la morfologia del territorio?
“Conta. Inoltre i napoletani usano la bicicletta per fare sport, poco per gli spostamenti. Si potrebbe pensare piuttosto anche a un uso diverso dei taxi che tramite convenzioni potrebbero essere più utilizzati come mezzo di trasporto individuale. A Napoli in un giorno si sposta mezzo milione di persone, se pure vogliamo immaginare una riduzione del 50% parliamo di centinaia di migliaia di spostamenti, numeri enormi che vanno affrontati seriamente con la ricetta della mobilità sostenibile. Molto poi dipenderà anche dai comportamenti dei cittadini, dalle loro scelte di rimanere a casa o uscire di più. Per questo bisognerà seguire l’andamento di domanda e offerta in modo dinamico”.
