Perché Luigi Di Maio è stato nominato rappresentante speciale UE per il Golfo Persico

Rappresentante speciale europeo per il Golfo Persico. Se n’era parlato mesi fa, dopo il rovinoso esito alle elezioni politiche dello scorso settembre, e così è andata. La nomina di Luigi Di Maio è stata raccomandata “dopo un’attenta riflessione” in una lettera del 21 prile dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea. È esploso un vero e proprio caso politico, con il governo Meloni che respinge ogni responsabilità. “Da ex ministro degli Esteri dell’Italia, Di Maio ha il profilo politico e il livello internazionale necessari per questo ruolo. I suoi diffusi contatti con i paesi del Golfo gli permetteranno di relazionarsi con gli attori più rilevanti al giusto livello”, ha scritto Josep Borrell invitando gli ambasciatori che rappresentano i 27 Paesi membri dell’Unione a sostenere la nomina all’approvazione.

Di Maio sarà rappresentante speciale per quella regione dell’oceano Indiano su cui si affacciano Paesi come Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Iran. La figura diplomatica per la quale è stato nominato promuove gli interessi politici e cura le relazioni dell’Unione in una determinata regione del mondo, dove spesso è in corso una crisi o c’è un’instabilità. L’Ue finora non ha mai avuto un rappresentante speciale nei Paesi del Golfo Persico, l’istituzione era stata proposta da Borrell in una lettera del 28 luglio scorso. La candidatura di Di Maio sarebbe stata appoggiata e trasmessa all’Alto rappresentante dal governo Draghi. Si occuperà soprattutto di sicurezza e di energia. Sicurezza, soprattutto per relazioni e tensioni collegate all’Iran. Energia, per i traffici con i Paesi dell’area cresciuti in particolar modo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e le sanzioni inflitte alla Russia. Una specie di sottosegretario di un ministro degli Esteri delegato a una particolare area del mondo. Perplessità sulla figura di Di Maio circolano però non soltanto in Italia ma anche in ambito europeo e nell’area del Golfo.

Il mandato durerà inizialmente 21 mesi, dal primo giugno 2023 al 28 febbraio 2025. Secondo Repubblica lo stipendio dovrebbe aggirarsi intorno ai 12mila euro netti al mese più regime fiscale agevolato e copertura totale delle spese dello staff – anche se la remunerazione precisa dovrà essere “determinata tramite un accordo diretto tra l’adviser e l’autorità”. L’Ansa aveva scritto già ieri che la nomina non sarebbe stata discussa oggi al Consiglio Affari Esteri previsto in Lussemburgo. Le possibilità di Di Maio erano aumentate dopo l’esplosione del Qatargate: l’altro nome che circolava era quello dell’ex commissario europeo agli Affari interni Dimitris Avramopoulos, che appariva era nel consiglio di amministrazione dell’ong “Fight Impunity” di una delle figure coinvolte nelle presunte corruzioni del Qatar nel Parlamento Europeo, l’italiano Antonio Panzeri. Al Guardian una fonte vicina a Di Maio ha riferito che i Paesi del Golfo persico “hanno apprezzato il lavoro che fece da ministro degli Esteri” e che ha mantenuto “ottimi rapporti” con i diplomatici di Arabia Saudita ed Emirati Arabi.

L’iter prevede ora l’adozione della proposta da parte del Consiglio e il voto senza discussione a maggioranza qualificata – 15 paesi dei 27 membri pari ad almeno il 65% della popolazione dell’Ue. La nomina dovrà essere passare a vari livelli dei rappresentanti dei governi dei 27 Paesi membri per l’approvazione ufficiale. Di Maio però dovrebbe entrare in carica senza particolari sorprese. Per questo tipo di cariche si pesca di solito tra personalità con esperienze nel campo in questione, come appunto possono essere ex ministri.

È furioso il governo Meloni. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Si era candidato prima che ci fosse questo governo, ho sempre detto a Borrell che non è il nostro candidato. È una libera scelta dell’alto rappresentante, ed è nelle sue facoltà”. La Lega – che con Di Maio era arrivata al governo nel Conte 1: “Gli italiani hanno votato. Hanno scelto e continueranno a scegliere il centrodestra, non sinistra o grillini. Quella di Bruxelles è un’indicazione vergognosa, un insulto all’Italia e a migliaia di diplomatici in gamba”. La delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo ha espresso “un giudizio negativo sulla gestione dell’intera vicenda”. Maurizio Gasparri: “Ipotesi assurda che mette in ridicolo chi l’ha presa in considerazione”.

A far discutere è anche lo stop all’invio di armi per gli Emirati Arabi e l’Arabia Saudita del gennaio 2021, comunicata dall’allora ministro degli Esteri del governo Conte II con un tweet, che scatenò tensioni con Abu Dhabi che chiuse la base italiana all’aeroporto di al Minhad. Però per Pier Ferdinando Casini la scelta di un italiano per questo ruolo è “senz’altro una buona notizia per il sistema Paese”. L’ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini smorza anche lui i toni dicendosi “lieto” ma non senza provocazioni, augurandosi che Di Maio “sia all’altezza di un compito estremamente difficile, sarà interessante vedere come svolgerà il mandato”.

Di Maio ha 36 anni, è nato ad Avellino ed è cresciuto a Pomigliano d’Arco. Si è diplomato al liceo classico, non si è mai laureato in Giurisprudenza. Dalla sua adesione ai Meet Up di Beppe Grillo è partita la sua ascesa che lo ha reso pupillo del Movimento 5 Stelle. È stato il più giovane vicepresidente della camera, vice primo ministro e ministro del Lavoro nel governo Conte 1, degli Esteri nel governo Conte 2 e nel governo Draghi. Dopo lo strappo con i grillini nell’estate scorsa, il flop alle elezioni. Con Impegno Civico ha racimolato appena lo 0,6% alle politiche dello scorso settembre. Non è stato eletto. Già lo scorso autunno Di Maio figurava come il numero uno della short list. A proposito di esteri, restano impresse una serie di gaffe dell’ex ministro: la visita ai Gilet Gialli in Francia, Pinochet dittatore del Venezuela, Xi Jinping che diventa il Presidente Ping, Michael Bolton invece di John Bolton consigliere per la sicurezza degli Stati Uniti.