Perché Papa Francesco è odiato: tra trame finanziarie e preti reazionari

Si intitola “Le critiche mediatiche alla riforma della Pontificia accademia per la vita. Analisi della gestione della comunicazione e il caso del tweet del 12.09.2020” ed è la tesi di dottorato discussa lunedì 10 ottobre alla Pontificia Università Salesiana di Roma, per la Facoltà di Scienze delle Comunicazioni Sociali. Relatore è stato il prof. don Fabio Pasqualetti, decano della Facoltà e neo-consultore del Dicastero per la Comunicazione. Lo studente autore della Tesi è Fabrizio Mastrofini, che della Pontificia Accademia per la Vita è il “media manager”.

Con il tema indicato nel titolo (Le critiche mediatiche alla riforma della Pontificia Accademia per la Vita. Analisi della gestione della comunicazione e il caso del tweet del 12.09.2020), si pone al centro dell’attenzione l’attività della Pontificia Accademia per la Vita (Pav), il cui presidente è mons. Vincenzo Paglia, rinnovata da Papa Francesco nel 2016, e considerata l’espressione più avanzata della nuova sensibilità promossa da Papa Francesco sui temi della Bioetica e riassunti nell’espressione Bioetica Globale. L’attività del Dicastero si colloca in un contesto ecclesiale altamente polarizzato, e gli attacchi alla Pav sottintendono un più ampio contesto di critica verso il Papa, con l’obiettivo di screditarne il Magistero. Ciò a causa degli interessi economici espressi dai settori ecclesiali conservatori, dietro i quali si celano politiche finanziarie che leggono con apprensione una Chiesa schierata a fianco dei poveri, che denuncia lo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente e delle risorse naturali.

Tale dinamica ecclesiale è caratterizzata dal “disordine informativo” e da uno “storytelling” che presenta una realtà chiaramente dicotomica. Da un lato una Chiesa fedele alla Tradizione e al Magistero; dall’altro una Chiesa guidata dal Papa regnante che si discosta da quella stessa Tradizione e Magistero. Di tutto si tacciono gli interessi economici sottostanti. In questo contesto, la Pontificia Accademia per la Vita negli anni recenti è stata protagonista di attacchi e manipolazioni sistematiche delle sue posizioni. È stata vittima di “disordine informativo”, un tema relativamente nuovo nel campo delle teorie della comunicazione e che con l’esplosione dei social dovrebbe venire collocato al centro della riflessione pubblica. Il “disordine informativo” si sviluppa e consolida secondo procedure precise e ben codificate, prevedendo tre fasi coordinate tra loro: la disinformazione, ovvero la deliberata falsità di un’affermazione; la misinformazione, la diffusione della falsità da chi la prende per vera; quindi la malainformazione, cioè l’uso dello stesso contenuto per calunniare persone, entri pubblici e privati, istituzioni.

Le manipolazioni da “disordine informativo”, nel caso della Pav, hanno avuto per oggetto di volta in volta specifiche prese di posizione o dichiarazioni su temi delicati e controversi in ordine alla bioetica. In tal senso la manipolazione o il fraintendimento deliberato non sono aspetti nuovi. La propaganda e la manipolazione costituiscono due facce della medesima medaglia, quando si vogliono attirare consensi dentro uno o un altro campo politico-sociale. Oggi la Chiesa di cui parla papa Francesco è a favore dei poveri, «in uscita», per e nelle «periferie» reali ed esistenziali; soprattutto è una Chiesa che predica la necessaria sostenibilità ambientale, contraria allo sfruttamento indiscriminato delle risorse. In questo complesso scenario la Pontificia Accademia per la Vita si presenta come il Dicastero in cui si mostrano con più evidenza le impostazioni di Papa Francesco, sulla linea della saldatura tra etica della vita ed etica dell’ambiente, come parte di un unico approccio che si chiama Bioetica Globale.

Nel lavoro di tesi si fa vedere in concreto il peso e l’importanza dei social media come attori da tenere presenti in ogni comunicazione esterna che voglia entrare in dialogo o quanto meno in contatto con un più ampio pubblico. Senza dimenticare che si tratta di una porzione della realtà e non di tutta la realtà. Ma tenendo presente che i dibattiti sui social si riverberano prima o poi sul resto dei media. Dal punto di vista dell’approfondimento teorico, viene dunque focalizzato il “disordine informativo”, come caratteristica peculiare del panorama comunicativo che ha per protagonisti i social media e la loro diffusione. Il caso di studio in esame, il tweet della Pontificia Accademia per la Vita del 12 settembre 2020, ha lo scopo di far vedere in che modo gli stessi social media entrano in campo. E da qui si analizzano i punti di forza e di debolezza della comunicazione esterna della Pav, che dall’1 ottobre 2017 si è dotata di uno specifico Ufficio Stampa e Comunicazione Esterna.

Le strategie di disinformazione che agiscono attraverso i social evidenziano la necessità di un solido approccio teorico multidisciplinare – tra sociologia e psicologia della comunicazione – per rendere conto della complessità delle situazioni. Nell’ambito di una più generale teoria della complessità, si mostra il rilievo dell’impostazione di stampo costruttivista (costruzione sociale della realtà), e l’importanza di un dialogo tra cognitivismo e scienze della comunicazione per affrontare in maniera appropriata la situazione di “disordine informativo” via social media in molte situazioni polarizzate dal punto di vista politico, sociale, ecclesiale ed in cui ricade la Pav. Il caso di studio considera il tweet pubblicato il 12 settembre 2020, in coincidenza con i funerali del giovane Willy Monteiro, ucciso brutalmente da una gang a Colleferro, località del basso Lazio, quando all’uscita da un locale notturno era intervenuto per difendere un amico da un’aggressione.

L’uccisione del giovane di colore ha suscitato una profonda emozione in Italia e quel giorno dei funerali la Pontificia Accademia per la Vita ha twittato un’immagine della Pietà di Michelangelo modificata con Photoshop, in cui il Cristo è rappresentato con la pelle nera. Il testo del tweet diceva, in inglese, «questa immagine vale più di un discorso». Il tweet è stato interpretato in chiave politica dai siti conservatori nordamericani come una presa di posizione a favore del movimento Black Lives Matter e nonostante ogni smentita è stata presa per vera, suscitando un dibattito, anche con insulti, in italiano, inglese, spagnolo. Nell’arco di pochi giorni il tweet ha raggiunto 199.911 visualizzazioni (29.05.2021) e per la sua popolarità e diffusione, si è prestato ad essere sottoposto ad un’analisi specifica, che è il centro della tesi; un’analisi qualitativa e quantitativa.

Nella tesi, in particolare, le risposte critiche al tweet vengono analizzate in dettaglio con i migliori strumenti di analisi quantitative e qualitativa disponibili. In questo senso il lavoro è sperimentale, essendo una prima volta che strumenti per analizzare corpus testuali corposi vengono “piegati” all’analisi di frasi brevi e sovente offensive. La conclusione mette a punto alcuni elementi utili, più in generale, per venire utilizzati dagli enti ecclesiali – o da quei settori più impegnati nel sociale che soffrono per attacchi politici – per comprendere e fronteggiare la situazione in cui si trovano, a partire dalla definizione – necessaria – di un dettagliato Piano per la Comunicazione.