Peste suina africana: allarme morti a catena negli allevamenti. Indagati allevatore e veterinario per aver provocato un focolaio “non segnalando morti sospette”

Foto LaPresse 12-08-2022 Roma, Italia - cronaca - Peste suina africana, la resistenza pacifica della sfattoria degli ultimi per salvare gli animali. Si prende cura di più di cento animali tra maiali e cinghiali salvati da condizioni di disagio e maltrattamenti a Roma. In attesa della decisione del tar sull'abbattimento degli animali 12-08-2022 Rome, Italy - news - African swine fever, La sfattoria degli ultimi. Sanctuary that takes care of more than a hundred animals including pigs and wild boars saved from conditions of discomfort and mistreatment in Rome. Pending the decision of the TAR on the killing of the animals hosted

Continua l’emergenza Peste suina africana, solo nell’ultima settimana sono stati 7 i nuovi casi accertati in Piemonte e Liguria dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale. Cinque in Liguria. a Fontanigorda – primo caso in questo comune – Genova, Montoggio e due a Propata; in Piemonte le nuove positività sono state scoperte a Borghetto di Borbera e Garbagna. Dall’inizio dell’emergenza – nel dicembre 2021 – i casi totali sono 912, di cui 422 in Liguria e 490 in Piemonte. Con il caso di Fontanigorda diventano 113 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste suina africana.

Indagati allevatore e veterinario nel Pavese

Il titolare di un allevamento di suini di Zinasco, nel Pavese, e un veterinario dell’azienda sono indagati dalla Procura di Pavia con l’ipotesi di reato di non aver segnalato i primi casi di morti sospette di animali che si sono verificate all’inizio di agosto, provocando così un focolaio di Peste suina.  I due sono già stati ascoltati dagli inquirenti. Gli allevamenti di suini che si trovano nei dintorni di quello dove si è verificato il contagio sono stati sequestrati. A Zinasco sono due i focolai di Peste suina sino ad ora accertati.

Dopo il primo contagio risalente allo scorso giugno, il 19 agosto è stato scoperto in Lombardia un nuovo caso di positività alla peste suina, all’interno di un allevamento di suini a conduzione familiare a Montebello della Battaglia, provincia di Pavia. L’allevamento conta circa 160 animali e comprende anche un macello aziendale. L’indagine epidemiologica è scattata dopo un sospetto aumento del tasso di mortalità all’interno dell’allevamento ed è stata condotta dal personale del Dipartimento Veterinario della ATS di Pavia, dell’Unità Operativa Veterinaria di Regione Lombardia e dell’Istituto Zooprofilattico.

Enorme rischio e incalcolabile danno economico – “Due mesi fa, in Consiglio regionale, avevamo avvertito dell’enorme rischio e dell’incalcolabile danno economico, al quale sarebbero andate incontro le imprese e i territori lombardi qualora la PSA si fosse diffusa all’interno degli allevamenti. Avevamo chiesto al centrodestra il coraggio di adottare misure importanti, per evitare che ciò accadesse. Misure che la maggioranza non ha voluto nemmeno ascoltare. Ora che la Peste suina africana è arrivata nel pavese, radendo di fatto al suolo un intero allevamento di suini, cosa intende fare Regione Lombardia? Così la consigliera regionale del M5S in Lombardia, Paola Pollini, in merito al propagarsi del contagio da Peste suina africana nelle zone dell’Oltrepò Pavese

Purtroppo siamo stati tragici profeti in patria – “L’inerzia della politica, la follia animalista e l’onnipresente burocrazia faranno migliaia di vittime: suini, imprese e si teme l’intero export. Potevamo salvarci con interventi tempestivi, ma abbiamo preferito ascoltare chi sta con i cinghiali. Questa è l’ultima chiamata”. Così, in una nota, Elio Martinelli, presidente di Assosuini. “Possiamo salvare la filiera con alcuni interventi- ha spiegato- monitoraggio dei casi di mortalità sospetta entro 50 km dal primo caso. Non possiamo farci cogliere alla sprovvista dall’allargamento; finanziamenti minimo all’80% a fondo perduto, iva inclusa, per la costruzione di recinzioni attorno agli allevamenti; coordinamento dell’esercito per i cacciatori: l’obiettivo è il dimezzamento della popolazione dei cinghiali”. “Chiediamo con forza tutti i colleghi allevatori di essere in prima linea per combattere l’emergenza: non è tempo per pigrizia e furbizia. Il futuro del nostro settore dipende da noi. Anche perché, con estrema amarezza, dobbiamo prendere atto di essere stati, finora, lasciati soli” ha concluso Martinelli.