Sembra che un nuovo virus di stia diffondendo in Italia. Si chiama peste suina africana è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali, ma che non è trasmissibile agli esseri umani. Tuttavia il pericolo della diffusione del contagio ha fatto scattare in divieto di caccia, pesca, raccolta funghi, muntain bike e trekking in Piemonte e Liguria. In realtà il virus non è un pericolo direttamente per la salute dell’uomo ma crea ingenti danni agli allevamenti e all’economia.

Cos’è la peste suina africana

La Peste suina africana (PSA) è una malattia virale, altamente contagiosa e spesso letale, che colpisce suini e cinghiali, ma che non è trasmissibile agli esseri umani.

È una malattia con un vasto potenziale di diffusione e pertanto una eventuale epidemia di PSA sul territorio nazionale comporta pesanti ripercussioni sul patrimonio zootecnico suino, con danni ingenti sia per la salute animale (abbattimento obbligatorio degli animali malati e sospetti tali), che per il comparto produttivo suinicolo, nonché sul commercio comunitario ed internazionale di animali vivi e dei loro prodotti (dai Paesi infetti è vietato commercializzare suini vivi e prodotti suinicoli).

L’Organizzazione mondiale per la sanità animale ed il Nuovo Regolamento di sanità animale della Commissione Europea annoverano la PSA nella lista delle malattie denunciabili: qualunque caso, anche sospetto, deve essere denunciato all’autorità competente, come previsto già dal l Regolamento di polizia veterinaria – DPR n. 320 del 8.2.1954 art.1.

Quali sono i sintomi della peste suina africana

La PSA è causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, incapace di stimolare la formazione di anticorpi neutralizzanti. Questa caratteristica rappresenta l’ostacolo più importante alla preparazione di un vaccino, che attualmente non è disponibile in commercio.
I sintomi principali negli animali colpiti sono: febbre, perdita di appetito, debolezza del treno posteriore con conseguente andatura incerta, difficoltà respiratorie e secrezione oculo-nasale, costipazione, aborti spontanei, emorragie interne, emorragie evidenti su orecchie e fianchi.

La presenza del virus nel sangue (viremia) dura dai 4 ai 5 giorni; il virus circola associato ad alcuni tipi di cellule del sangue, causando la sintomatologia che conduce inevitabilmente al decesso dell’animale, spesso in tempi rapidissimi.

Gli animali che superano la malattia possono restare portatori del virus per circa un anno, giocando dunque un ruolo fondamentale per la persistenza del virus nelle aree endemiche e per la sua trasmissione. Il virus è dotato di una buona resistenza in ambiente esterno e può rimanere vitale anche fino a 100 giorni sopravvivendo all’interno dei salumi per alcuni mesi o resistendo alle alte temperature. Nel sangue prelevato è rilevabile fino a 18 mesi. La diagnosi di malattia è effettuata tramite vari esami di laboratorio: immunofluorescenza, PCR, ELISA e Immunoperossidasi.

La peste suina è pericolosa per l’uomo?

Per quanto sia molto contagiosa e spesso letale per gli animali, la peste suina non è pericolosa per l’uomo dal punto di vista sanitario. “Questo virus colpisce solo i suidi, ovvero maiali e cinghiali, e i facoceri, che in Italia però non sono presenti – ha spiegato Alessandro Dondo, medico veterinario e responsabile della Diagnostica generale dell’Istituto Zooprofilattico intervistato da Repubblica – Per l’uomo non c’è alcun rischio, nemmeno se mangia prodotti, carni o insaccati, realizzati con maiali malati. Il problema però riguarda gli allevamenti e la fauna selvatica che possono essere letteralmente travolti da questa patologia, con gravi conseguenze sul comparto. Esiste poi un effetto commerciale, sulle esportazioni dei maiali e dei prodotti derivati che potrebbero ricevere uno stop da alcuni Paesi preoccupati di importare, insieme alle carni, anche il virus che si diffonde per contatto tra animali, ma anche attraverso le superfici, i mezzi di trasporto, e persino sui calzari o sulle scarpe degli allevatori”.

Dunque il virus non è direttamente dannoso per la salute dell’uomo però provoca ingenti danni economici: i casi riscontrati tra Piemonte e Liguria hanno attivato misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan) dove è stato dato un temporaneo stop, come ha annunciato Confagricoltura, all’import di carni e salumi made in Italy. In ballo esportazioni, secondo stime Cia-Agricoltori Italiani, che si attestano su 1,7 miliardi di euro.

Quali sono i rischi della peste suina per cani e gatti

Nei cani e nei gatti questa malattia non è trasmissibile, anche se, come l’uomo, possono rappresentare un vettore passivo di trasmissione indiretta con tutto ciò che ne consegue in termini di impatto sulla suinicoltura e sull’economia del settore.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.