Petrocelliout, Commissione Esteri pronta a dimissioni di massa per far fuori il Presidente

Foto Roberto Monaldo / LaPresse15-03-2017 RomaPoliticaSenato - ddl PenaleNella foto Valeria Fedeli divertita tra i senatori M5S, Gianluica Castaldi, Elisa Bulgarelli, Andrea Cioffi, Laura Bottici, Vito Petrocelli Photo Roberto Monaldo / LaPresse15-03-2017 Rome (Italy)Senate - Draft law on amendments to the Penal CodeIn the photo Valeria Fedeli, Gianluica Castaldi, Elisa Bulgarelli, Andrea Cioffi, Laura Bottici, Vito Petrocelli

Sarebbero pronti a rassegnare le dimissioni e ad arrivare all’azzeramento della Commissione Esteri per far fuori Vito Petrocelli. La via d’uscita dal pantano viene data per certa o quasi da tutti i media. L’Ansa scrive che se il presidente della commissione “non farà il primo passo per abbandonare la sua carica, la maggior parte dei senatori della commissione si dice pronta alle dimissioni di massa”. Soltanto ieri Petrocelli aveva scritto chiaro e tondo che “non mi dimetto perché sento di rappresentare la Costituzione, la volontà degli italiani che non hanno più partiti che la rappresentino in Parlamento. Onorerò gli impegni per la pace e il dialogo internazionale che ho preso con gli elettori nel 2018”.

Petrocelli era stato espulso dal Movimento 5 Stelle lo scorso 24 aprile, dopo che in un post sui social aveva scritto in occasione della festa della Liberazione aveva scritto: “Per domani buona festa della LiberaZione” – quella Z maiuscola era stata interpretata come un riferimento alla lettera segnata con la vernice bianca sui mezzi militari russi che hanno invaso l’Ucraina. “Vergognoso – aveva replicato il senatore all’espulsione decretata dal leader del M5s ed ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte – Ho la stessa posizione in politica estera del governo Conte I e del programma con cui sono stato eletto nel 2018, prima che arrivassero il PD e Draghi. Mi fa soltanto un po’ male il silenzio assordante di Beppe. Vergognoso …”. Petrocelli è comunque ancora iscritto al gruppo in Senato.

 

Se la capogruppo del M5s Mariolina Castellone ieri aveva ribadito che non avrebbe fatto “forzature, deciderà Casellati”, la presidente dell’aula di Palazzo Madama, ieri stesso si è andata delineando la strategia per risolvere il cul de sac. Per far fuori il presidente della Commissione Esteri accusato di essere filo-russo e filo-putiniano – il geologo si era dichiarato anche filo-cinese e filo atlantico, sempre confermando “la mia contrarietà alla fornitura di armi prevista dal Decreto Ucraina, che ci catapulta nel conflitto in corso, complicando enormemente le possibilità di giungere ad un accordo di pace” – si sta profilando la dimissione di tutti i commissari.

Alla presidente Casellati nei giorni scorsi sono infatti arrivate due lettere: una dai membri della Commissione Esteri e un’altra dalla Commissione Affari Europei. Alla fine di una lunga riunione dei capigruppo e di un altro vertice alla Giunta del Regolamento ieri pomeriggio sarebbe stata tracciata la strada per un tacito accordo di dimissioni in blocco dalla Commissione. Le tappe: all’arrivo delle dimissioni i presidenti dei gruppi dovranno formalizzare l’intento di non voler sostituire i dimissionari con colleghi di partito. Si andrebbe così verso lo scioglimento dichiarato da Casellati e dalla Giunta per il regolamento.

La Commissione Esteri è composta da 21 senatori in tutto: tra questi anche l’ex Presidente del Consiglio e senatore a vita Mario Monti, Pier Ferdinando Casini, Stefania Craxi e Adriano Galliani. Subito dopo si dovrebbe quindi procedere alla ricomposizione della Commissione con la nomina di un nuovo presidente. La vicepresidente Laura Garavini ha già fatto il primo passo avanti con una lettera di dimissioni al suo capogruppo Davide Faraone, Italia Viva. I senatori del Pd hanno già rimesso il proprio mandato nelle mani della capogruppo Simona Malpezzi. Dimissioni annunciate anche dai commissari di M5s e Lega. L’Ansa scrive che sarebbero pronti alle dimissioni i senatori di Forza Italia, Adolfo Urso di Fratelli d’Italia. Emanuele Dessì, ex M5s ora nel Gruppo Misto con il Partito Comunista, è l’unico ad essersi dichiarato contrario all’operazione.

Prevista una riunione, presieduta da Petrocelli, questa mattina alle 10:00. L’accusa di Fratelli d’Italia alla maggioranza: “A parole vuole le dimissioni ma nei fatti corre a garantire il numero e il funzionamento della Commissione stessa”. Petrocelli aveva risposto anche al ministro degli Esteri, leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio che aveva sollecitato le sue dimissioni. “Un ministro che intima ad un parlamentare di dimettersi. Non ci si chiede che fine fa l’autonomia del parlamento dal potere esecutivo. Dettagli, in un clima di caccia alle streghe”.