Cosa significa oggi essere credibili per dei giovani cattolici impegnati in Politica? Questa è la domanda, o meglio, la provocazione che ci portiamo dalla scuola di formazione di Palermo. Essere credibili significa guadagnarsi la fiducia del prossimo, significa testimoniare una modalità d’essere aderente alla realtà e significa impegno quotidiano e una giusta fatica in tutti gli aspetti della vita. In Politica tutto questo in cosa si può tramutare?

Sicuramente non può concretizzarsi nell’ ottenere un consenso effimero, frutto dei social network e delle campagne di marketing politico-elettorale, ma deve tramutarsi in un agire capace di impattare sul quotidiano. Per questo prendiamo a prestito le parole di un giovane giudice palermitano, ucciso da Cosa Nostra, Rosario Livatino che diceva: “Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili.” Si badi, essere credibili significa come ci ha anche indicato Don Antonio Coluccia, ospite della scuola, praticare la regola delle tre P “Politica dei Piccoli Passi”. Dopo questi 3 giorni intensi a Palermo, la credibilità per noi Under 35 non può essere altro, quindi, che farsi trovare pronti a dare il nostro contributo concreto alla prossima sfida elettorale così da “aggiustare” e rendere più vicina l’Unione Europea, unico vero contenitore del futuro Politico del nostro continente.

La credibilità sta nel proporre e giocare la partita della rappresentanza credibile secondo quelli che sono i tre bisogni di questo tempo: l’umanità nei rapporti, la perseveranza verso quello in cui crediamo e l’Amore verso il prossimo ed il creato che sono alla base dell’impegno dei cattolici in Politica. In un tempo in cui la Politica e i giovani sembrano due concetti lontani e molte volte utilizzati soltanto come mera propaganda elettorale, noi invitiamo tutti voi lettori a pensare che c’è un’altra strada, diversa, più difficile, più faticosa ma per questo anche più bella e più credibile, anche per noi credenti.

Battiato e Izzo

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