La “guerra delle statue” conosce un nuovo capitolo. Dopo settimane di atti vandalici, di decapitazioni, di imbrattamento dagli Stati Uniti all’Europa fino in Italia – a seguito delle proteste causate dall’uccisione di George Floyd – ecco una nuova decisione. Destinata a far discutere. L’ha presa il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Che ha usato il pugno duro e ha fatto sapere di aver autorizzato l’arresto per chi vandalizzi statue e monumenti. “Ho autorizzato il governo federale ad arrestare chiunque vandalizzi o distrugga un monumento, una statua o una proprietà federale negli Usa“, ha scritto su Twitter. “Questa decisione è effettiva immediatamente, ma può essere usata anche in modo retroattivo. Non ci saranno eccezioni”, avverte Trump, aggiungendo di aver chiesto fino a 10 anni di carcere.
La decisione è arrivata dopo gli ultimi giorni di tensione a Washington. Precisamente a Lafayette Square, di fronte alla Casa Bianca, dove i manifestanti si sono riuniti per sollecitare la rimozione della statua di Andrew Jackson. I manifestanti, circa 200, si erano radunati e avevano cominciato a legare il monumento con alcune corde cantando: “Hey, Hey, Ho, Ho, Andrew Jackson’s got to go”. I poliziotti li avevano dispersi con lo spray al peperoncino e avevano formato un cordone di sicurezza intorno alla statua. Jackson, settimo presidente degli USA è considerato responsabile del cosiddetto “sentiero delle lacrime”, la deportazione forzata dei nativi americani dalle loro terre di origine, attraverso il suo “Removal Act”.
Nei giorni scorsi il sindaco di New York Bill De Blasio aveva acconsentito alla rimozione della statua equestre di Theodore Roosvelt dall’ingresso del Museo Americano di Storia Naturale di New York. Il monumento, secondo i manifestanti, era offensivo verso i neri e gli indigeni. Nelle settimane scorse una statua di Cristoforo Colombo era stata rovesciata a St. Paul, in Minnesota, un’altra demolita a Richmond, in Virginia. Altre due erano state vandalizzate a Miami e Boston. Quella dello schiavista Edward Colston era stata vandalizzata e gettata nel porto di Bristol, in Inghilterra. A Londra è stato imbrattato il memoriale di Winston Churcill e a Parigi le statue di Voltaire e Hubert Lyautey. In Italia il dibattito si era aperto sulla statua di Indro Montanelli a Milano.
