A Roma l’affare degli immobili occupati abusivamente frutta migliaia di euro. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia hanno smantellato un gruppo criminale che gestiva il racket delle occupazioni abusive delle case popolari nel quartiere Dragoncello di Ostia, per un totale di 13 immobili, già sequestrate lo scorso ottobre.
Ieri è arrivata la notifica di una nuova misura cautelare nei confronti di un uomo, ritenuto responsabile del reato di ricettazione di immobili occupati abusivamente, appartenente alla famiglia Costagliola, di origini campane ma a Roma da diversi anni.
Il provvedimento, emesso dalla sezione speciale riesame del Tribunale della Capitale, costituisce il risultato del ricorso, presentato dalla locale Procura di Roma.
Un’operazione consolidata, al punto da far avviare le indagini a febbraio 2019. Nel corso di un anno, i militari dell’Arma, come racconta al Riformista Andrea Senes, Comandante del Nucleo Investigativo del Gruppo di Ostia, hanno deciso di contestare ai soggetti coinvolti il reato di ricettazione: un modo – spiega il Comandante, per lanciare un segnale concreto a chi è coinvolto in queste attività illegali.
COME AGIVANO I CRIMINALI
L’uomo, a cui è contestato il reato di ricettazione di immobili, si comportava come il locatore dell’immobile. Peccato, però, che il bene fosse di proprietà pubblica. Nel dettaglio – racconta il Comandante dell’Arma – il soggetto era in contatto con chi aveva occupato abusivamente la casa, seguendo anche potenziali trasferimenti in altri immobili. Una volta liberato la casa dal precedente occupante, l’uomo si attivava per trovare nuovi inquilini.
LE MISURE CAUTELARI
Già nel 2020, per l’uomo, come per una donna, il GIP aveva disposto la misura cautelare del divieto di dimora nel X Municipio del Comune di Roma, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
All’uomo, protagonista del reato di ricettazione, vengono contestati due episodi nei quali ha svolto la funzione di intermediario per cercare di vendere e far rioccupare abusivamente due appartamenti.
Per questo, la Procura ha presentato ricorso alla Sezione Speciale del Riesame, per il riconoscimento del delitto di ricettazione degli immobili, relativamente alla mediazione posta in essere dagli indagati per la vendita di un bene di provenienza delittuosa.
Dopo il ricorso della Procura e la pronuncia del riesame, il 18 giugno la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da uno dei due soggetti già sottoposti al divieto di dimora.
Per l’uomo, si sono quindi aperte le porte del carcere, mentre alla donna è stato notificato un altro divieto di dimora nel X Municipio del Comune di Roma.
ALTRI REATI
La lista dei reati per i soggetti coinvolti nella vicenda è lunga. Alcuni indagati dovranno rispondere dei reati di sostituzione di persona, furto aggravato e in un caso truffa, in relazione agli allacci delle forniture presenti negli alloggi. Con un sistema collaudato, i criminali hanno presentato il documento di altri ignari soggetti, stipulando a loro nome il contratto per l’erogazione di energia elettrica, omettendo anche il pagamento delle bollette per il servizio offerto; oppure è stato allacciato illegalmente il cavo alla rete pubblica.
Le 13 abitazioni occupate abusivamente sono state sequestrate, di cui 11 sono state liberate ed affidate agli Enti proprietari (INPS – ENASARCO ed ATER, quest’ultimo per conto del Comune di Roma).
