Le ragioni di un Sì
Referendum giustizia, la destra pensa a come vincere: ipotesi Sallusti frontman e voto anche di lunedì
Gli italiani all’estero potrebbero votare in presenza nei consolati. Dall’altra parte il Pd appare restio a scendere in campo con un proprio comitato referendario
Nel cantiere del referendum sulla giustizia, con la separazione delle carriere al centro del confronto, i comitati si stanno organizzando per la campagna che prenderà il via a pieno ritmo da gennaio e durerà fino al voto, previsto per marzo. Nel centrodestra l’idea che prende corpo è quella di un maxi-comitato per il Sì che tenga insieme i partiti di governo e provi a parlare a un elettorato più largo, fuori dal recinto della maggioranza. Il dado sembra ormai tratto. La scelta del volto a cui affidare l’operazione, non a caso, è orientata su figure “terze” rispetto alla politica: tra i nomi più gettonati c’è quello di Alessandro Sallusti, che da qualche giorno ha lasciato la direzione de Il Giornale.
Restando nel campo del Sì, questa settimana è prevista la partecipazione di numerosi esponenti del Comitato Sì Separa della Fondazione Einaudi ad Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia in programma fino al 14 dicembre. Mercoledì sera Giuseppe Benedetto, partendo dai contenuti del suo libro “Non diamoci del tu”, discuterà di separazione delle carriere con il direttore de La Verità Maurizio Belpietro, Andrea Cangini, Pierluigi Battista, Sergio Rastrelli e Nicolò Zanon. Il giorno successivo Antonio Di Pietro si confronterà, tra gli altri, con il ministro Nordio, Sabino Cassese e Debora Serracchiani.
Pd restio a scendere in campo
Sul fronte opposto, il Pd appare restio a scendere in campo con un proprio comitato referendario; pesano i sondaggi a sfavore e una linea che, sulla riforma, è tutto fuorché unitaria. Questo perché tra i principali sostenitori del provvedimento figurano autorevoli rappresentanti dei dem: non solo Goffredo Bettini, che più volte in queste settimane si è espresso pubblicamente in favore della legge Nordio, ma anche i riformisti dell’associazione Libertà Eguale che hanno annunciato per il prossimo 12 gennaio un incontro pubblico a Firenze, “La sinistra che vota Sì”, con interventi, tra gli altri, di Enrico Morando, Stefano Ceccanti e Cesare Salvi.
Venerdì scorso Walter Verini e Dario Parrini hanno scritto una lettera, pubblicata sul sito dell’associazione, nella quale, pur riaffermando l’adesione a Libertà Eguale, hanno espresso “dissenso serio per la posizione che l’Associazione, tramite suoi esponenti di primo piano, ha espresso sul tema della separazione delle carriere, in vista del referendum”. Dissenso serio, si legge, “per il merito delle posizioni e anche per l’attivismo, con il quale si promuovono iniziative per il Sì, quasi surclassando per impegno e determinazione quelle del ministro Nordio e della destra”. Lo stesso giorno è arrivata, sempre in una lettera, la risposta di Morando e Ceccanti: “Andiamo avanti per il Sì”. In questo clima, per la segretaria Schlein appare più semplice oggi prendere tempo e delegare al Comitato promosso dall’Anm, “A difesa della Costituzione”, il compito di contrastare la riforma.
Intanto nella maggioranza si ragiona sull’idea di varare un provvedimento, un decreto, per portare il voto del referendum sulla separazione delle carriere da uno a due giorni, domenica e lunedì. Il decreto potrebbe contenere anche una norma per modificare le modalità di voto degli italiani all’estero: non più per corrispondenza, ma in presenza nei consolati.
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