Rifiuta 20 offerte di lavoro ma non perde il reddito di cittadinanza: “Vi spiego perché”

Venti offerte di lavoro rifiutate: eppure ha ancora il reddito di cittadinanza. La rivelazione, all’indomani della stretta sul beneficio prevista con la prossima Legge di Bilancio, arriva direttamente da uno dei 125 navigator dell’Emilia Romagna. Intervistato da Repubblica, ha spiegato: “Perché nessuno gli toglie l’assegno? Perché formalmente le 20 offerte, anche a tempo indeterminato, che gli ho proposto, quasi tutte in presenza, non sono offerte congrue, come le definisce la legge”. Ma non nella sostanza, bensì per  una direttiva precisa della Regione, contenuta in un documento interno. 

“Ci è stato imposto di mettere sempre no”

Il reddito di cittadinanza decade quando il beneficiario rifiuta tre offerte di lavoro (che diventeranno due a partire dal 2022). Ma se il rifiuto non risulta, allora l’Inps continuerà a ricaricare la card gialla con la somma spettante.

Ed è proprio ciò che è accaduto, stando a quanto riferito, in Emilia Romagna, a causa della richiesta di non classificare le offerte come congrue sulla piattaforma apposita creata dall’Anpal, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive. “Ci è stato detto di mettere ‘sempre no’ nel campo dell’offerta congrua a prescindere dalla durata del contratto di lavoro che viene offerto” ha raccontato sempre a Repubblica un altro navigator. 

La smentita della Regione

La Regione Emilia Romagna, però, fa sapere che non esiste un suggerimento generale, che il divieto non vale per tutte le offerte, bensì solo per quelle con durata inferiori a 90 giorni, che sono la maggior parte.

Ma i navigator non ci stanno e mostrano il documento, da loro ricevuto tra febbraio e marzo scorso, in cui vengono elencate le caratteristiche che deve avere un lavoro ‘congruo’ e che testimonia quanto dichiarato. Si legge infatti: “Offerta congrua: mettere sempre ‘no’ nel campo corrispondente.” 

Io ad esempio ho proposto anche 5, 7, 10 posti ad un singolo percettore: in alcuni casi anche contratti stabili, in altri comunque ben al di sopra dei tre mesi e sono stati rifiutati perché non erano interessati ha raccontato un’altra ‘navigatrice’. Anche se nell’articolo non sono specificati ulteriori dettagli riguardanti le proposte di lavoro rifiutate.

Navigator addio

Intanto la figura lavorativa dei navigator è destinata a scomparire. Nella bozza della Legge di Bilancio non compaiono fondi per il rinnovo dei contratti, che quindi dovrebbero scadere a fine anno. Il loro posto verrà preso da agenzie di lavoro private. Uno scenario per cui è stata già annunciata dai sindacati FeLSA CISL, NIdiL CGIL e UILTemp una mobilitazione nazionale il prossimo 18 novembre a Roma.