Ha lottato per cinque giorni in ospedale ma non ce l’ha fatta Alessandro Lembo, il 29enne di Monterusciello, quartiere di Pozzuoli (Napoli), vittima di un terribile incidente stradale avvenuto lo scorso 20 agosto in via Partenope, sul lungomare di Napoli, all’altezza del Borgo Marinari. Troppo gravi le lesioni riportate dal giovane oltre all’emorragia cerebrale dovuta al tremendo impatto nonostante l’utilizzo del casco. Il cuore di Alessandro ha smesso di battere nella giornata di martedì 24 agosto all’ospedale Cardarelli di Napoli. Dopo la dichiarazione della morte cerebrale, la famiglia ha dato l’autorizzazione alla donazione degli organi del 29enne.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti della sezione Infortunistica Stradale della polizia municipale di Napoli, guidati dal capitano Antonio Muriano, Lembo si trovava in sella a una moto guidata da un amico, un 25enne di Quarto (Napoli), che ha riportato ferite lievi. Il mezzo si è scontrato violentemente con un’auto proveniente dal Borgo Marinari e guidata da un uomo di 66 anni residente in città.
Al vaglio dell’autorità giudiziaria la posizione dei due conducenti, entrambi denunciati per omicidio stradale. Saranno le indagini successive, supportate anche dalla immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti sul lungomare partenopeo, ad accertare le responsabilità dei due.
Dolore e sgomento nel comune puteolano. Alessandro era il figlio di un sottoufficiale della polizia locale di Pozzuoli. Tantissimi i messaggi che in queste ore si stanno susseguendo sui social. “Ci hai spezzato il cuore, sono stati i cinque giorni più brutti e agonizzanti della mia vita. Ho pregato tanto come avrà fatto sicuramente ogni persona che ti conosce. Ti voglio ricordare con il tuo sorriso bello e contagioso, resterai per sempre nel mio cuore e nei miei pensieri” scrive un amico.
“Quando un parente non c’è più fa male, ma non sarà mai come il male di quei poveri genitori che fino alla fine hanno sperato in un miracolo. Torneranno a casa e sarà una tempesta senza fine, non ci credo ancora che tutto questo è vero” scrive un parente.