Passo avanti dei poliziotti protagonisti della carica sulla protesta studentesca dello scorso 23 febbraio a Pisa nel contesto della manifestazione pro-Palestina. Gli agenti che si sono trovati al centro degli scontri respingendo il corteo hanno fatto un passo avanti lasciandosi identificare, presentandosi al loro superiore e dichiarando la loro presenza all’evento. A farlo, anche coloro che sono stati ripresi nei video mentre colpiscono ragazzi minorenni con manganelli.
La comunicazione è così arrivata dalla questura di Pisa alla Procura, che avrebbe altrimenti dovuto indagare sui nomi degli uomini in servizio e identificare ogni singolo ruolo, dovendo procedere a definire i singoli ruoli attraverso testimonianze e analisi dei filmati a partire un elenco contenente i nomi di tutti gli agenti impiegati nei servizi.
Gli studenti tornano in piazza a Pisa contro ‘bombe e manganelli’
Intanto oggi a Pisa qualche migliaio studenti torneranno in piazza nel pomeriggio per una manifestazione organizzata. Il corteo si è dato appuntamento in Piazza Vittorio Emanuele II e dell’iniziativa è stata data comunicazione alla Questura di Pisa nelle scorse ore, specificando che il percorso interesserà il centro storico fino a Piazza dei Cavalieri. La manifestazione è dichiarato essere ‘contro bombe e manganelli’, un chiaro riferimento alla guerra in Palestina da una parte, e della repressione di piazza di cui sono stati vittima dall’altra.
Figli dei poliziotti insultati nelle scuole
Intanto la sigla Coisp, Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle Forze di polizia, ha riportato 12 casi di studenti bullizzati nelle scuole come “figlio dello sbirro” o “figlio di manganellatori”. “I colleghi – si legge nella nota del segretario generale Coisp Domenico Pianese – ci segnalano una dozzina di casi in scuole superiori di Firenze, Pisa e altre città, due anche in medie inferiori e non escludiamo altri casi. La maggioranza di loro non se la sente di tornare in classe”.
