La scuola, tra le priorità annunciate dal governo Draghi, resta un tema complicato, con una ripartenza in tempo di Coronavirus che resta difficoltosa e piena di ostacoli. A confermarlo stamattina è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, che su Sky Tg24 ha avvertito che seppure l’obiettivo è “tornare in classe al 100%”, il problema è “se sia possibile, tanto più con la variante inglese che sembra molto aggressiva dal punto di vista dei contagi”.
In questo momento dunque per Giannelli è “molto difficile pensare al rientro al 100% ma è certamente un obiettivo di lungo termine, l’anno prossimo dovremmo avere tutta la popolazione scolastica in classe, anche per questo abbiamo chiesto una accelerazione della campagna vaccinale per la scuola”.
La preoccupazione maggiore resta la variante inglese, come ricorda il presidente dell’Associazione nazionale presidi: “Si sta diffondendo all’interno della popolazione, al momento mi pare si è a un caso su cinque, e quindi poiché sembra essere connotata da una maggiore facilità di diffusione bisogna stare attenti soprattutto in quegli ambienti, come le aule, dove ci sono molti ragazzi”.
Quanto alla didattica per gli studenti, attualmente non ci sono secondo Giannelli “dati oggettivi sulle carenze di apprendimento dei ragazzi dovute alla didattica a distanza”. Per questo, aggiunge, “abbiamo chiesto che a settembre se ne possa occupare l’Invalsi, avviando un monitoraggio che consenta di individuare e di recuperare le carenze formative. E’ necessario un piano di recupero mirato di queste carenze”.
IL PIANO DEL MINISTRO BIANCHI – Per ora il neo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, già rettore dell’Università di Ferrara, chiede cautela: “Le scuole dell’obbligo sono già in presenza, per i più grandi dobbiamo vedere come sta andando la pandemia, bisogna evitare una terza ondata e bisogna essere molto cauti, ma tutti stiamo lavorando perché la scuola possa tornare in presenza quanto prima”, ha spiegato in una intervista nei giorni scorsi al Gr1 Rai. “I nostri ragazzi – ha aggiunto – avranno lacune solo se noi non saremo in grado, tutti assieme, di riporre la scuola al centro dello sviluppo italiano, su questo il presidente Draghi è stato molto chiaro, la scuola è strumento fondamentale per l sviluppo, quindi il problema non è recuperare qualcosa qua e la’, ma rimetterla al centro”.
Quanto all’ipotesi di prolungare le lezioni fino a giugno, per il ministro “è presto per parlarne”. “Devo sentire tutte le voci della scuola come ho sempre fatto. Anche sulle modalità dell’esame di maturità 2021, stiamo lavorando, ho già riunito i miei collaboratori e posto tutti questi temi all’ordine del giorno”, ha spiegato Bianchi.
