Immagino il giudice fare spallucce. Pensare: eh vabbè che saranno mai sei mesi di carcere. Eh vabbè che fa pure se era innocente. Un uomo che non ha commesso alcun reato ha vissuto sei mesi in cella. E pochi, pochissimi storceranno il naso davanti a questo fatto. Come pochi, pochissimi sono andati alle urne per votare sì ai cinque quesiti per una giustizia giusta. Ecco perché avremmo dovuto votare, per non leggere più queste cose. Per non vedere più il diritto calpestato. Perché ciò che è successo a Vincenzo, riguarda tutti noi.
Vincenzo, è stato arrestato a gennaio e condotto in carcere con l’accusa di detenere ai fini di spaccio oltre 1.220 dosi di marijuana. Si è sempre professato innocente, spiegando di avere in passato venduto la droga ma di non essere in alcun modo coinvolto in questa vicenda. Nessuno però, dal Gip che lo ha interrogato subito dopo l’arresto, al pm, gli ha creduto; solo il giudice monocratico del tribunale di Napoli Nord, al termine del processo e dopo una richiesta di condanna a sei anni e 20mila euro di multa, lo ha assolto e finalmente scarcerato. Parco Verde di Caivano, gennaio, Vincenzo viene arrestato in un palazzo dove si vendeva lo stupefacente; l’imputato vi si era recato per comprare della droga, ma quando arrivarono i carabinieri lo riconobbero e lo ammanettarono.
Vincenzo ha ammesso di essere stato arrestato in passato per spaccio. “Questa volta non c’entro” ha però ribadito più volte al Gip e al pm, ma è finito sotto processo. In aula il testimone che lo accusava ha ritrattato, mentre il pusher, peraltro condannato, ha fatto scena muta. Il Vpo (viceprocuratore onorario) si è consultato con il pubblico ministero titolare dell’indagine e ha quindi richiesto sei anni e una maximulta. Il giudice Elvira Terranova, però, ha assolto Onesto per non aver commesso il fatto e lo ha liberato dopo cinque mesi di detenzione. Qualcuno pagherà? Qualcuno chiederà scusa? No. Si continueranno ad ammanettare innocenti in attesa di una sentenza di colpevolezza? Certo che sì…
