Il primo a parlarne era stato lo scorso dicembre Dagospia, un articolo chiacchierato ma che non aveva trovato sponda ‘ufficiale’ nei grandi media o in dichiarazioni della politica. La bomba, quella vera, è deflagrata giovedì 15 settembre, quando quella storia viene ripresa e ‘dettagliata’ da Fanpage.
In Parlamento, anche ricandidato, c’è un senatore che avrebbe molestato sessualmente una donna che aveva l’ambizione di lavorare in politica. Quel senatore, che nell’inchiesta di Fanpage resta senza nome, si è fatto avanti per smentire tutto e passare al contrattacco: si tratta di Matteo Richetti, numero due di Azione, il partito di Carlo Calenda, ricandidato il 25 settembre in Emilia Romagna.
Richetti si fa avanti dopo che sui social era iniziato a comparire il suo nome come possibile ‘accusato’ e racconta come lui stesso mesi fa ha denunciato per molestie e stalking la ragazza, ribaltando così il piano delle accuse.
Le accuse
Per capire la questione bisognare fare un passo indietro, guardando alle accuse lanciate dall’anonimia ragazza al senatore: nell’intervista a Fanpage si parla di molestie avvenute durante un colloquio di lavoro al Senato, con tanto di bacio e tocchi alle parti intime. In precedenza ci sarebbe stato un primo incontro nei pressi di Palazzo Madama per un ruolo nella struttura del partito. “Sai, se vuoi stare accanto a me nel partito, dovrai cambiare il tuo modo di vestire, il tuo modo di porti, di camminare“, avrebbe detto lui, prima di confermarle che “c’è spazio” per lei.
Quindi una serie di messaggi e chiamate fuori luogo, proseguiti con toni di minaccia dopo l’episodio delle molestie. “Ma smettila a fare la perfettina, se non volevi che ci provavo non ti mettevi la gonna, che era un chiaro segnale, ti mettevi i pantaloni e facevi la frigida. Con questi movimenti femministi del ca**o vi siete tutte montate la testa”, il messaggio del senatore alla giovane, con tanto di screenshot pubblicato dal giornale online.
Altro punto inquietante, e che spiegherebbe la mancata denuncia dei fatti alle forze dell’ordine, riguarda l’operato della polizia. A qualche settimana di distanza dall’accaduto, interrotti tutti i contatti, la donna riceve una perquisizione da parte della polizia in casa propria su denuncia del senatore. Il capo ispettore ammetterebbe alla donna che “non abbiamo niente in mano, l’ha fatto per darti una lezione”, che “i politici fanno come vogliono”. Ma la donna riceverà poi anche una mail dalla posta elettronica della polizia di Stato con scritto: “Comunque sei uno spettacolo“.
Inutile anche il tentativo di trovare forza nel denunciare il senatore con le altre vittime del politico: la donna che parla a Fanpage racconta di aver parlato con un’assistente del parlamentare che, in lacrime, le ha confessato di essere vittima anche lei, ma che alla fine non farà nulla per denunciare la situazione.
La difesa di Richetti
Una ricostruzione smentita totalmente da Azione, Richetti e Calenda. Proprio il leader del partito usa toni durissimi e parla di fatto di un complotto contro il movimento: “Il fatto che un sito di informazione, a dieci giorni dalle elezioni, riporti anonimamente accuse tanto gravi senza avere il coraggio di fare il nome del senatore, ma pubblicando foto parziali che lo rendono riconoscibile, rappresenta uno nuovo livello di bassezza della stampa italiana. Il senatore che in questa vicenda è parte lesa, non essendo mai stato neanche denunciato dalla donna in questione, procederà legalmente per difendere la sua onorabilità in tutte le sedi”.
La storia giudiziaria ‘dalla parte’ di Richetti, che la definisce “altamente lesiva della sua reputazione”, viene invece riferita dall’AdnKronos, che spiega di aver potuto visionare gli atti della denuncia.
Il 29 novembre 2021 RIchetti presenta denuncia contro ignoti alla polizia postale di Roma: il senatore di Azione sostiene di esser vittima di frasi ingiuriose su Facebook, tra cui “omm ‘e merda, te devono arrestà”, mentre una militante del partito in una foto che lo ritrae col suo staff viene definita “schiava sessuale”. La situazione poi degenera: l’anonimo, che si firma con un nome falso, insulta la famiglia del senatore e anche il fratello della militante. Stando a quanto riportato dall’Adnkronos, la polizia avrebbe oscurato per ben due volte i profili fake da cui sarebbero partiti i commenti.
In una nota del partito si legge che “il senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura”.
Una seconda denuncia è arrivata lo scorso 13 dicembre, due giorni prima della pubblicazione dell’articolo di Fanpange. Nel testo presentato alla Polizia postale di Roma, visionato da AdnKronos, Richetti spiega di “essere a conoscenza da alcuni mesi dell’esistenza di un dossier diffamatorio a mio carico recapitato a numerose testate giornalistiche“. Prima del presunto incontro con la donna, Richetti afferma che le sue collaboratrici sarebbero state contattate da una giornalista freelance che le avrebbe “invitate”a “rivelare eventuali approcci sentimentali subiti“.
Intervenuto stamattina a Parma, ad una iniziativa elettorale, Richetti ha parlato quindi in prima persona della vicenda che lo riguarda. “Quello scambio di messaggi è costruito in maniera artefatta, non li ho mai né ideati, né pensati né inviati. Io ho passato la mia vita a combattere la violenza sulle donne e mi sento impotente di fronte a una costruzione tutta inventata. Ci sono decine di migliaia di persone che mi dicono di vergognarmi – prosegue il presidente di Azione – ma io quelle cose non le ho mai fatte. Io ho denunciato da un anno alla procura di Roma chi mi rivolge accuse gravissime. La calunnia e la diffamazione si affrontano nelle aule dei tribunali. Noi non abbiamo la benevolenza dell’informazione, c’è racconto un po’ distorto e io ne sto vivendo uno che mi sta tagliando la carne addosso. Questa vicenda emerge ora perché mancano pochi giorni alla campagna elettorale, io sono convinto che ci rafforzerà. Andiamo a testa alta non solo per quello che diciamo, ma soprattutto per quello che siamo“.
