Si laurea online e il quartiere partecipa dal balcone: “Quando condividi le emozioni non esiste distanza”

Le misure di distanziamento sociale adottate per contrastare la diffusione del Coronavirus non hanno smorzato l’entusiasmo di Ciro Apicella, trentacinquenne del Vomero, che nella giornata di ieri si è laureato in Medicina alla Federico II. La discussione della tesi in Ortopedia è stata sostenuta per via telematica, come sta accadendo nelle ultime settimane in tutta Italia, dove fino a nuovo ordine non saranno consentiti esami e sedute di laurea in presenza. Costretto a rimandare i festeggiamenti per via delle ordinanze, ben consapevole dei toni perentori usati dal governatore De Luca –  che nei giorni scorsi aveva iperbolicamente prospettato di punire assembramenti di ogni sorta, ivi compreso  le sedute di laurea, a “colpi di  lanciafiamme” – Ciro ha scelto di non rinunciare ugualmente a manifestare la  gioia e la soddisfazione per un traguardo così importante, e si è armato di fantasia.

Ha dunque esposto un lenzuolo al proprio balcone, come se ne vedono tanti in questi giorni, in cui ognuno a proprio modo cerca di abbattere le distanze fisiche esterne, che non riescono a scalfire  la necessità di trovare inedite modalità di interazione e di condivisione. “Oggi mi laureo”: è questa la scritta che campeggiava sul suo  palazzo, in una delle zone solitamente più frequentate dello shopping partenopeo. Nel condominio di fronte, di li a poco, sarebbe comparsa la risposta gentile di un ignoto condomino,  con uno striscione di auguri.

I balconi di Napoli sono vettori  di socialità per antonomasia , e la triste contingenza dell’ epidemia li sta trasformando in palchi improvvisati, in pulpiti popolari o in presidi di solidarietà ( si pensi alla rinascita, nei vicoli, dell’antica tradizione del paniere, in chiave solidale). Orgoglioso di una tesi discussa rigorosamente  in “giacca,  cravatta e pantofole”, Ciro ricorda come anche un piccolo gesto possa essere in grado, persino in un momento come questo, di abbattere le distanze, e ringrazia il dirimpettaio, ad oggi sconosciuto, sperando di incontrarlo di persona quando ciò sarà di nuovo possibile. La distanza fisica è poca cosa, sembra dirci Ciro, e l’affetto degli amici, dei parenti e di un quartiere possono diventare, anche se virtualmente, sentimenti più forti di un lanciafiamme, più virali del Virus.